Gli ultimi movimenti di Sandro Arzu li ha immortalati una telecamera installata all’uscita del paese. Il 54enne di Arzana è stato ripreso dall’occhio elettronico mentre, alla guida della sua Opel Corsa, transitava lungo le strade periferiche. Resta avvolta nel mistero la direzione imboccata dal conducente. Del quale, un mese a ieri, si sono perse le tracce. Gli investigatori hanno individuato l’utilitaria, che quasi certamente qualcuno ha fatto ritrovare otto giorni dopo la sparizione del proprietario lungo la striscia parafuoco di Su Pradu, ma non il telefono, che già dopo le 19.30 (ora indicativa in cui si sono perse le tracce dell’uomo) risultava spento. Utente irraggiungibile, segnale muto. Le attività di indagine dei carabinieri del nucleo investigativo di Nuoro, coordinati dalla pm Rita Cariello della Direzione distrettuale antimafia di Cagliari, si concentrano sul segnale telefonico, con l’analisi delle celle agganciate ai ripetitori del paese, e sulle testimonianze di varie persone, sia del nucleo familiare che estranee all’ambito, sentite nelle ultime settimane.

Indagini serrate

Sandro Arzu, pregiudicato, 26 anni di carcere scontati per omicidio, attualmente con il peso di una condanna in primo grado a 18 anni per traffico di droga (l’appello si aprirà a giugno), era persona metodica. La mattina di quell’8 marzo si era regolarmente presentato in caserma per apporre la firma sul registro in forza all’obbligo di soggiorno disposto dal giudice tempo addietro. Tutto come consuetudine. Arzu era rispettoso di quel provvedimento, tanto che il magistrato autorizzava gli spostamenti motivati. La sua giornata scorreva nella piena routine. A sera lo aspettava in casa l’anziana madre. Sandro Arzu non aveva mai disertato la cena. Proprio il mancato rientro nei soliti orari, quella sera ha insospettito i familiari. Che si sono subito messi in contatto con i carabinieri comunicando l’anomalia. Da quel momento sono scattate le ricerche, senza escludere nessuna ipotesi sin dalle fasi iniziali. Allontanamento volontario o omicidio? Gli inquirenti hanno ipotizzato il reato di omicidio. Sostenuto, oltremodo, dagli elementi repertati in occasione del ritrovamento della Opel Corsa. L’utilitaria è stata rinvenuta crivellata di colpi tra il montante sinistro della portiera e il parabrezza. Due fucilate da distanza ravvicinata con il risultato di due rosate strette. All’interno del mezzo microtracce di sangue. Le goccioline, oltre ad altre tracce biologiche, sono ora sotto analisi nei laboratori del Ris che dovranno compararle con il Dna di Sandro Arzu.

Le ricerche

La Opel Corsa, almeno secondo una prima ricostruzione degli investigatori, sarebbe arrivata sulla striscia parafuoco attraverso l’ingresso che precede il cantiere forestale di Monte Idolo. Questo perché il transito sull’altro stradello che corre lungo il costone è proibitivo per le auto. A Monte Idolo, nei giorni scorsi, oltre ai militari della compagnia di Lanusei sono intervenuti anche i carabinieri del nucleo cinofili di Bologna che hanno sguinzagliato Bayla, il cane che con il gps stretto al collare, ha fiutato ovunque, mettendo a disposizione la sua esperienza sul campo che, in altri casi, aveva dato una svolta positiva a operazioni di ricerca. Bayla ha setacciato il bosco, ma non ha intercettato né tracce ematiche né resti umani riconducibili a Sandro Arzu.

Roberto Secci

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