Torna a infiammarsi il dibattito sull’obbligo vaccinale, con il ministro degli Affari regionali Mariastella Gelmini che apre (“Non è un’eresia) e il leader della Lega Matteo Salvini che si pone a capo dei contrari perché “gli italiani stanno già rispondendo".

Tra i medici sardi prevale il fronte del sì. Paolo Castiglia, professore ordinario di Igiene all'Università di Sassari e direttore dell'Istituto di Igiene e controllo delle infezioni correlate all'assistenza dell'Aou turritana, si schiera a favore del vaccino obbligatorio per tutti. Lo fa con un paradosso: “Vaccino obbligatorio? Non sono d'accordo perché non riesco a credere che nel terzo millennio sia ancora necessario stabilire un obbligo di legge per una cosa tanto ovvia, che uno Stato debba stabilire una norma per costringere le persone a proteggere se stesse e quelle con cui vivono e che incontrano”.

"La democrazia è fondamentale e siamo felici di averla, nessuno ce la tocchi – aggiunge Castiglia – ma ha anch'essa le sue derive, come quella no-vax. Ci obbligano a indossare il casco quando siamo in moto, sarebbe ovvio che ci obbligassero a vaccinarci contro una malattia mortale e che mette in ginocchio la Sanità”.

Per Castiglia "la gente non capisce l'importanza della prevenzione e che la vaccinazione universale e rapida è l'unica possibilità per fermare la pandemia”.

Per Ferdinando Coghe, direttore del Laboratorio di analisi dell'Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari-Monserrato, “siamo in mezzo all'oceano della pandemia, ma non sappiamo in quale punto di quell'oceano siamo. I dati di aree come il Brasile, l'India o l'Africa sono spaventosi e l'unica salvezza è il vaccino. Se, poi, a non vaccinarsi è addirittura un operatore sanitario, la sua colpa è tripla: perché contagia chi incontra, i colleghi e i pazienti. La medicina non è un'opinione e chi non crede nella scienza medica si occupi di altro”.

Esistono già norme a tutela soprattutto per i luoghi di lavoro, ricorda, ad esempio la legge 81/08 e l'articolo 2087 del codice civile. “A causa del Covid - conclude – che occupa sempre più spazi e personale della Sanità, i pazienti che hanno bisogno di terapie non Covid sono allontanati dalle cure, perché il sistema non è tarato sull'emergenza. E i no-vax ci vorrebbero condannare all'emergenza perpetua". 

(Unioneonline)

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