Si è svolto a Macomer un importante evento legato al complesso tema della videosorveglianza urbana e il corretto trattamento dei dati personali. Il tutto è stato al centro del dibattito, che si è svolto all'Unla, nelle ex caserme Mura.

Un evento organizzato dall'associazione nazionale di criminologia, col patrocinio del Comune e col sostegno tecnico del gruppo di ricerca Sicurezza Urbana Integrata. Vi hanno partecipato numerosi rappresentanti delle forze di polizia locale, che sono i più coinvolti nella gestione e nella regolazione delle telecamere presenti nelle strade, ma che devono muoversi nell'assoluto rispetto della privacy dei cittadini.

Dopo l'introduzione dell'avvocato Danilo Vorticoso, che ha evidenziato la delicatezza della materia e l'importanza di far crescere la consapevolezza di entrare tutti più preparati nel mondo digitale, ha preso la parola Stefano Manzelli, di Sicurezza Urbana Integrata, che ha evidenziato alcuni concetti importanti.

«I comuni devono ormai cambiare paradigma - ha detto - investendo in formazione, trasparenza e organizzazione degli impianti, che non possono essere acquistati senza un perimetro chiaro e una regolazione netta del loro impiego».

La criminologa Barbara Demelas ha aggiunto: «È importante la regolazione attenta delle bodycam, le telecamere indossabili che aiutano a prevenire gli eventi negativi grazie alla forte deterrenza rappresentata dalla loro visibilità».

Ha concluso i lavori l'avvocato Alessandra Etzo che, in qualità di Dpo di numerosi enti pubblici della zona, ha rappresentato le numerose sanzioni elevate ai comuni dal Garante per il mancato rispetto delle più elementari regole in materia di protezione dei dati.

«A cinque anni esatti dall'entrata in vigore definitiva del regolamento europeo sulla privacy - ha concluso l'avvocato - c'è ancora tanto lavoro da fare». 

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