I carabinieri della Compagnia di Macomer, Nucleo Operativo e Radiomobile, insieme ai colleghi delle Stazioni di Suni, Bosa, Montresta e dello Squadrone "Cacciatori Sardegna" di Abbasanta, hanno sgominato a Planargia una banda composta da cinque persone con l'accusa di produzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Il tutto a conclusione delle indagini nel dicembre scorso, legate al ritrovamento di 15,5 chili di polline di cannabis, di 2.400 piante essiccate di canapa. 

Una persona è stata arrestata, due sono finite ai domiciliari e per latre due disposto l’obbligo di dimora: sono tutti di Macomer e Bosa, tra di loro c’è anche una donna.

Durante le indagini sono stati sequestrati anche due capannoni industriali di 2.200 metri quadrati utilizzati come raffineria. Nella perquisizione, infatti, era stata scoperta una intercapedine ricavata in una stanza il cui accesso era protetto da una botola ben celata, utilizzata per la coltivazione indoor dello stupefacente. Inoltre, i silos della vecchia distilleria a cui era adibita quell’area industriale erano stati riutilizzati per stoccare e occultare le infiorescenze già lavorate e pronte alla commercializzazione. 

“L’attività ha confermato ancora una volta come dietro il paravento della canapa sativa spesso e volentieri si celino attività illegali”, spiegano infatti i vertici militari impegnati nell’operazione. 

Le analisi della cannabis rinvenuta a Macomer hanno stabilito che in alcuni campioni la percentuale di thc è compresa tra l’11 e il 20 %, ben oltre il limite consentito per la produzione industriale (inferiore allo 0,2 %). Si può calcolare che lo stupefacente sul mercato illegale avrebbe potuto fruttare circa 8 milioni di euro.  

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