Dopo l'incontro in prefettura dello scorso 11 ottobre, l'avvio del nuovo termovalorizzatore di Tossilo, che dovrà bruciare i rifiuti di mezza Sardegna, appariva imminente, con la data fissata per il 14 di novembre.

Ieri, invece, l'ennesima doccia fredda per il territorio e per i lavoratori. Mancano le varie autorizzazioni e manca la documentazione necessaria, prevista dalle leggi, richiesta da Arpas e dalla Provincia di Nuoro, nella riunione tenutasi ad Oristano i giorni scorsi.

Per questo, l'avvio degli impianti non sarà più il 14 novembre, ma tutto è stato rimandato a data da stabilirsi, con tutta probabilità per qualche mese. Un rinvio, l'ennesimo in due anni, che preoccupa non poco i lavoratori, ma anche la società Tossilo Spa, incaricata per la gestione della piattaforma dei rifiuti di Tossilo, con circa 30 dipendenti.

"C'è da definire il completamento dell'intera documentazione, richiestoci da Arpas, stiamo predisponendo tutto per arrivare in tempi brevi a riprogrammare tutto". Si scatenano però le polemiche. "Assistiamo impotenti all'ennesimo rinvio - dice il presidente, Antonio Delitala - una vicenda che si tinge di giallo. Dopo l'incontro col Prefetto di Nuoro pensavamo che la situazione fosse giunta ad una soluzione definitiva. Dobbiamo invece assistere all'ennesimo e inspiegabile rinvio. È evidente la volontà di rallentare o addirittura impedire l'entrata in servizio del nuovo termovalorizzatore".

Preoccupati anche i sindacati: "Chiediamo maggiore tutela per i lavoratori - dice Gianni Loddo della Cisl - e sollecitiamo affinché anche in questa fase si accorcino i tempi". Dal canto suo, l'assessore all'ambiente del Comune di Macomer, Andrea Rubattu afferma: "Occorre rispettare le regole e le procedure di legge. Questo però non toglie che siamo il Paese più complesso e burocratico del mondo". 

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