Nelle prime ore di questa mattina, nelle campagne del Nuorese ma anche in provincia di Sassari, sono stati effettuati alcuni arresti nei confronti di persone accusate, a vario titolo, di tentata rapina pluriaggravata, porto di arma clandestina (sono state trovate due pistole calibro 9x21 e una calibro 40), ricettazione e danneggiamento seguito da incendio.

In manette sono finiti tre uomini: Elia Loi, 32 anni, Stefano Arzu, 31, entrambi allevatori, e il 23enne Mauro Cabras, disoccupato. Tutti e tre sono di Talana e Loi e Arzu sono già noti alle forze dell'ordine.

I primi due sarebbero i responsabili della tentata rapina avvenuta a Cagliari, al Banco di Sardegna, il 5 agosto dell'anno scorso; Loi, invece, risulta coinvolto in un "colpo" alle poste di Lotzorai.

Il blitz è stato portato a termine dai carabinieri del Nucleo investigativo, con circa 40 militari dei comandi provinciali di Cagliari e Nuoro, di Lanusei, del personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna, unità cinofila di Cagliari, e il supporto di un elicottero dell'11esimo nucleo elicotteri carabinieri di Cagliari Elmas.

All'operazione odierna - che ha compreso anche una serie di perquisizioni personali e locali - gli inquirenti sono arrivati al termine di una complessa attività di indagine.

Al termine delle perquisizioni nelle abitazioni dei tre arrestati, sono stati sequestrati: alcuni telefoni cellulari e diversi indumenti compatibili con i travestimenti utilizzati durante le rapine. Nelle zone vicine alle abitazioni, specie vicino alla casa di Elia Loi, sono stati rinvenuti e sequestrati: due pistole giocattolo modificate in modo da poter sparare realmente, 30 grammi di marijuana e qualche grammo di cocaina.

Le armi sequestrate
Le armi sequestrate
Le armi sequestrate

I militari hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare emessa il 28 novembre dal gip Ermengarda Ferrarese. È stato il pubblico ministero Gaetano Porcu a coordinare le indagini.

Loi e Aru sono stati rintracciati nelle loro abitazioni di Talana in piena notte, prima che uscissero di casa per raggiungere i loro ovili. Cabras era a casa di parenti a Sassari.

"È stata un’indagine tradizionale", hanno spiegato i responsabili del Comando provinciale Ivan Giorno e del Nucleo investigativo, Michele Cappa.

Utili i filmati della videosorveglianza della banca ma anche di alcuni centri commerciali vicini, oltre il riscontro del Dna con le tracce lasciate su un paio di occhiali e un cappello da carabiniere. Due banditi indossavano infatti divise dell’Arma originali.

Il 5 agosto 2016 i tre banditi (manca all’appello un quarto uomo non ancora identificato) avevano preso d’assalto la sede del Banco di Sardegna nel cui caveau (si chiarirà più tardi) erano custoditi 400mila euro.

Dopo aver legato i 5 dipendenti e 9 clienti con fascette di plastica e averli rinchiusi nell’archivio, si erano fatti accompagnare dalla direttrice e un impiegato nel caveau.

L’arrivo dei carabinieri ha impedito loro di completare la rapina.

Sono fuggiti da una finestra sul retro facendo perdere le loro tracce.

Ora l'arresto.

(Redazione Online/s.s.-a.p.)

Militari in azione
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Carabinieri
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IL VIDEO DEI CARABINIERI:

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