Provato, ma tutto sommato in buone condizioni. Ci sono volute otto ore ininterrotte per tirarlo fuori da una profondità di circa 100 metri, ma A.N., 52 anni di Cagliari, alla fine è stato tratto in salvo.

È questo l’epilogo dell’intervento condotto dai tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) della Sardegna nella grotta Sulidu De Arzane, a Punta Arzane, nel territorio di Orgosolo (NU), dove ieri due speleologi si sono infortunati durante un’esplorazione.

L’allarme è scattato intorno alle 13:45, quando la Centrale Operativa del 118 ha attivato il CNSAS. Il primo speleologo ferito, A.G., 60 anni, si trovava fortunatamente nei pressi dell’ingresso della grotta ed è stato recuperato in tempi rapidi grazie all’intervento dell’elisoccorso proveniente da Olbia, con a bordo un tecnico del Soccorso Alpino e l’equipe sanitaria.

Più complesso l’intervento per A.N., rimasto bloccato all’interno della cavità, a circa 100 metri dall’ingresso. Per raggiungerlo e metterlo in sicurezza sono stati mobilitati circa 30 tecnici specializzati provenienti da diverse stazioni della Sardegna. Le operazioni di soccorso sono state coordinate da un campo base allestito a Sa Senepida, con una postazione avanzata proprio all’ingresso della grotta.

Una volta raggiunto, l’uomo è stato stabilizzato da una squadra di primo intervento che comprendeva anche un medico, e poi trasportato verso l’uscita con l’ausilio di presidi sanitari. Giunto all’esterno, è stato affidato all’equipe dell’elisoccorso per il trasferimento all’ospedale di Sassari.

Sul posto erano presenti anche i Carabinieri della Stazione di Orgosolo. L’intervento si è concluso positivamente intorno alle 21:30, dopo ore di lavoro in condizioni ambientali particolarmente complesse.

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