Sorgono, sindaci e Asl si appellano ad Ares: «Faccia arrivare i medici»
I primi cittadini chiedono rassicurazioni sulle note carenze all’ospedale San Camillo«Purtroppo abbiamo un problema serio, non dipende da noi: riguarda i contingenti minimi», ha premesso Serafino Ponti, direttore sanitario della Asl di Nuoro, mentre dialogava con i sindaci del Mandrolisai che chiedevano rassicurazioni sulle note carenze di medici all’ospedale San Camillo di Sorgono: «Ares non deve continuare con la politica dei concorsi senza garantire i contingenti minimi per gli ospedali di Nuoro e Sorgono. Occorre subito intervenire: altrimenti, potendo scegliere, i medici preferiranno sempre andare a lavorare a Sassari o a Cagliari».
Ecco l’amara verità, emersa da quella conferenza di distretto convocata in tutta fretta negli spazi dell’ospedale di Sorgono. I sindaci del Mandrolisai chiedevano delucidazioni, notizie confortanti sull’arrivo di nuovi medici in un territorio da tempo bistrattato. Invece, il grido di dolore si è levato proprio dai vertici della Asl barbaricina. Dal direttore generale Paolo Cannas e dal direttore sanitario Serafino Ponti. Così, i primi cittadini si accodano, si appellano ad Ares. «I medici devono essere garantiti da chi ha il potere di nominarli - tuona il sindaco di Aritzo, Paolo Fontana -. Mi auguro che Ares faccia il suo dovere. C’è una norma, un emendamento alla finanziaria: prevede che vengano garantiti i medici anche in quei territori che sono scoperti». Fontana aggiunge: «Il nostro problema è chiaro: mancano medici e specialisti, mancano le guardie mediche. La competenza, comunque, non è certo dell’Azienda sanitaria locale. Non è da lì che devono arrivare le risposte che attendiamo».
Carenza di medici come tema ricorrente. Intanto, con un ambulatorio pediatrico straordinario, attivo uno o due giorni a settimana al terzo piano dell’ospedale San Camillo, la Asl sta cercando di arginare una delle numerose mancanze. Il direttore sanitario, Serafino Ponti: «Stiamo facendo e faremo il possibile: il San Camillo non verrà smantellato. Anzi, da subito dovremmo avere attiva la guardia anestesiologica. È una grande sicurezza in più, non solo per gli operatori ma pure per tutta la popolazione per gli eventuali problemi di emergenza-urgenza che possono presentarsi in questa struttura ospedaliera».