Tredici persone arrestate e numerose armi da guerra (uzi, kalashnikov e bombe a mano) sequestrate nel corso di un maxi-blitz - nome in codice "La Ditta" - condotto da 300 uomini della Polizia e della Guardia di Finanza per sgominare una banda di rapinatori, specializzata negli assalti ai portavalori, che utilizzava ovili e luoghi di campagna per incontrarsi e progettare i colpi.

"Ruolo di primo piano fra gli indagati - spiegano gli inquirenti - era quello di un allevatore di 50 anni, originario di Irgoli. Le indagini e le intercettazioni hanno dimostrato che l’uomo ha notevoli disponibilità economiche e patrimoniali, deteneva armi e custodiva ingenti somme di denaro, anche macchiato, provento delle rapine. Nei dialoghi intercettati, le banconote macchiate venivano indicate come indumenti da lavare o formaggio".

Nel dettaglio, il 50enne aveva a disposizione almeno una pistola mitragliatrice Uzi, un fucile automatico leggero, due kalashnikov e due bombe a mano, che teneva nascoste nei terreni di sua proprietà, fra Thiesi, Bonorva e Irgoli.

"Grazie al lavoro investigativo - proseguono gli investigatori - è stato possibile contestare all’indagato la partecipazione all'assalto a un furgone portavalori Vigilpol, avvenuto nel 2015 a Bonorva, lungo la Statale 131, e la rapina del 2016 al caveau della Mondialpol" di Sassari".

"Le due rapine - ricordano gli inquirenti - furono portate a termine da un gruppo armato di dieci malviventi, che si impossessarono rispettivamente di 534 mila e 11 milioni di euro".

Le indagini condotte da Polizia di Stato (Squadra mobile) e Guardia di Finanza hanno anche fatto luce anche sulla rapina al supermercato Conad di Ittiri, il 23 dicembre 2019, durante la quale il 50enne di Irgoli, insieme ad un altro compaesano, ad un 43enne di Ittiri e a un quarto complice non identificato, tentarono di aprire la cassaforte senza riuscirvi e, dopo aver legato i dipendenti e averli rinchiusi in uno sgabuzzino, scapparono con un furgone del supermercato".

Inoltre, le intercettazioni e i servizi di osservazione e di controllo predisposti dagli investigatori della Squadra Mobile di Cagliari, Nuoro, Sassari e del nucleo di Polizia economico-finanziaria di Nuoro hanno permesso anche di sventare, la sera del 28 febbraio 2020, un assalto alla sede della Mondialpol di Sassari, alla cui organizzazione avevano partecipato altri cinque soggetti residenti nel Nuorese e nel Sassarese.

"Dalle intercettazioni - sottolineano gli investigatori - era emersa la spregiudicatezza criminale e la determinazione degli indagati, che erano stati in grado di organizzare nei minimi particolari l’assalto, con tecniche paramilitari, ai danni di una struttura protetta da guardie armate e avanzati sistemi di sicurezza".

Altre 11 persone risultano indagate. Con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine di Abbasanta, delle unità cinofile anti-esplosivo e di un elicottero del Reparto Volo della Polizia di Stato sono state eseguite anche perquisizioni in ovili e abitazioni nei comuni di Sassari, Olbia, Orgosolo, Irgoli, Mores, Olmedo, Santa Maria Coghinas e Thiesi.

L’operazione di oggi prende le mosse dall’indagine "La sfida" che si è conclusa nel marzo 2016, con l’arresto, e poi la condanna in primo e secondo grado per associazione a delinquere, di 23 persone.

La banda catturata in queste ore era una delle "ditte" collegate al sodalizio della precedente inchiesta. Spiegano infatti gli investigatori: "La banda, infatti, aveva una struttura modulare, suscettibile cioè di cambiare in relazione alle diverse azioni criminali in programma e che vi erano altri gruppi organizzati, chiamati dagli stessi indagati 'ditte' che agivano sul territorio".

(Unioneonline/l.f.)
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