Marco Raduano ha ottenuto il sostegno della criminalità locale per evadere e molto probabilmente si nasconde in una zona impervia di montagna, di quelle spesso usate dal banditismo sardo per i suoi covi.

Ne è certo Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria (Spp).

«Prima di scaricare ogni responsabilità sul personale penitenziario, si faccia la cosa più difficile, si indaghi sull’appoggio che il pericoloso boss della mala garganica evaso da Badu ‘è Carros ha sicuramente ricevuto dall’esterno», afferma il sindacalista.

«Con il passare del tempo – continua Di Giacomo – stanno emergendo elementi e particolari che messi insieme confermano il fondamentale sostegno ottenuto dalla criminalità locale sarda con la quale ha comunicato. Il continuo ritrovamento di telefonini e micro-telefonini anche nelle carceri di alta sicurezza non è un mistero per nessuno».

L’agente ritiene che il boss «possa essere senz'altro nell'isola, in una delle tradizionali zone impervie di montagna utilizzate dal banditismo sardo per i suoi covi». E parla di un vero e proprio «salto di qualità» della criminalità organizzata, che «rafforza le alleanze potendo contare sui buchi neri del sistema penitenziario, primi fra tutti carenza di personale e strumenti inadeguati», oltre alla «fiducia che lo Stato continua a concedere a boss e criminali pericolosi».

Raduano, continua il segretario del Spp, «ha potuto godere di eccessiva agibilità in carcere, senza la quale non avrebbe potuto ideare e realizzare il piano di evasione».

Ora, è la conclusione, «rafforzare la vigilanza è semplice, ma senza interventi strutturali il carcere di Nuoro non sarà l’unico ad alta sicurezza ad aprire le porte all’evasione di pericolosi detenuti».

Oggi si è tenuto a Nuoro in Prefettura il Comitato Ordine e Sicurezza convocato dal Prefetto Giancarlo Dionisi. Le forze dell’ordine si sono compattate e cercano di fare il possibile per catturare il boss, che sembra essersi «volatilizzato».

La Procuratrice di Nuoro Patrizia Castaldini, intervenuta in videocollegamento, ha chiesto di rafforzare al massimo il controllo del territorio, la vigilanza con le videocamere, intensificare le pattuglie della Polizia stradale e monitorare costantemente porti e aeroporti.

La riunione odierna è stata prevalentemente operativa, non si è parlato degli aspetti investigativi. Come è noto sono due le indagini aperte, oltre a quella della Procura barbaricina ce n’è una interna avviata dal Dap:  «L'inchiesta della Procura è riservata - ha ribadito Dionisi -. Si sa che c'è stata un'ispezione interna disposta dal ministero attraverso il Dap e il Provveditorato dislocato in Sardegna: sono stati interrogati gli agenti penitenziari in servizio quel giorno fino al comandante della Poliza penitenziaria di Badu 'e Carros. Probabilmente si stanno raccogliendo gli elementi necessari prima che qualcuno venga sottoposto a indagine».

Sulle ricerche il Prefetto ha detto che non si lascia intentata alcuna pista: «Si lavora anche in città e nelle zone limitrofe, il detenuto evaso potrebbe essere rimasto in zona. È vero che sono passate quasi due ore dal momento della fuga all’allarme, ma lui non poteva sapere del ritardo, quindi potrebbe aver evitato di mettersi in strada. Ma non escludiamo neanche che possa essersi allontanato».

(Unioneonline/L)

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