Il padre di Paolo Palumbo, lo chef oristanese di 24 anni malato di Sla, alla sbarra per truffa.

Il processo a carico di Marco Palumbo si è aperto oggi a Nuoro, ma è stato subito rinviato al prossimo 27 gennaio.

Il padre del giovane chef secondo l’accusa ha promosso una raccolta fondi “ingannevole” per curare il il figlio. Gli viene contestata la truffa continuata legata ai falsi contatti con il medico israeliano Dimitrios Karoussis, che avrebbe dovuto somministrare a Paolo Palumbo un’innovativa terapia genica dal nome “Brainstorm”.

Secondo l’accusa Marco Palumbo avrebbe fatto credere a Vincenzo Mascia, il neurologo che seguiva il figlio, che il professionista israeliano aveva inserito Paolo in un trattamento sperimentale molto costoso (si aggirava, diceva Palumbo, intorno al milione di euro). Per questo il genitore ha aperto una sottoscrizione che ha indotto molte persone a fare cospicue donazioni

Un crowfunding avviato sulla piattaforma GoFundMe che aveva portato alla raccolta, su una Postepay intestata a Paolo Palumbo, di 150mila euro. Soldi che la famiglia di Paolo, una volta emersi i primi dubbi sull’utilizzo, aveva promesso di restituire.

A far partire le indagini è stata la denuncia del neurologo Mascia. Inizialmente se n’è occupata la Polizia postale di Oristano, il fascicolo si è poi spostato a Nuoro perché il conto corrente usato per le donazioni era stato aperto nella città barbaricina.

Ora Marco Palumbo, difeso dagli avvocati Gianfranco Siuni e Mario Gusi, deve spiegare ai giudici come sono andate le cose. Le parti offese che si potrebbero costituire in giudizio sono tante: il neurologo Mascia, che ha di fatto dato il via alle indagini con la sua denuncia, e i sottoscrittori della raccolta fondi.

La storia di Paolo tra il 2019 e il 2020 aveva fatto il giro del mondo: la presenza a Sanremo, gli incontri con Papa e con Sergio Mattarella, il faccia a faccia con Barack Obama all’Expo.

(Unioneonline/L)

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