Le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche e ambientali entrano nel processo a carico di Giuseppe e Mauro Contena, i gemelli di Orune di 51 anni, accusati dell'omicidio del vicino di pascolo, Antonio Mauro Carai, di 74 anni, avvenuto nella notte tra il 27 e il 28 agosto del 2021 nelle campagne del paese.

La Corte d'assise di Nuoro, presieduta da Elena Meloni, ha infatti rigettato le eccezioni preliminari del collegio difensivo, composto da Luigi Esposito, Nicola Caricaterra e Stefano Zoccano, secondo le quali le intercettazioni raccolte nell'auto dei due imputati sono da considerarsi illegittime.

Il processo, aperto il 20 febbraio con l'ammissione delle prove, proseguirà l'8 maggio quando verrà sentito il primo teste del pm: il maggiore Michele Cappa, che all'epoca del delitto guidava il Nucleo investigativo dei carabinieri di Nuoro.

La famiglia di Carai si è costitutita parte civile con gli avvocati Lorenzo Soro e Pasquale Ramazzotti. Secondo la Procura, rappresentata dal sostituto Riccardo Belfiori, il movente dell'omicidio è legato a beghe per questioni di pascolo.

Un delitto d'impeto, dopo una lite degenerata e finita nel sangue: i fendenti colpirono la vittima in tutto il corpo e furono inferti con rabbia e violenza, tanto che il pm contesta ai due gemelli anche l'aggravante della crudeltà. Da subito le modalità dell'esecuzione avevano escluso le logiche della faida e le indagini avevano portato qualche mese dopo sulle tracce dei Contena. La svolta era arrivata con l'incidente probatorio dell'8 novembre 2021, quando nella loro auto e in una maglietta sequestrata nella loro abitazione fu trovato un profilo genetico ignoto. Profilo che poi, a seguito degli accertamenti del perito dei Ris di Cagliari, confermò la compatibilità del Dna ritrovato con quello della vittima: a quel punto è scattato l'arresto con i Contena finiti nel carcere di Badu' e Carros nel dicembre del 2021. 

(Unioneonline/v.l.)

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