Omicidio Piras: Alice Flore condannata a 21 anni nell’appello bis
L’allevatore di Lula fu ucciso a fucilate a gennaio del 2015: dopo 10 anni si chiude il processo contro l’ex cognataPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Si è concluso con una condanna a 21 anni di reclusione l’appello bis per l’omicidio di Angelo Maria Piras, allevatore di Lula ucciso a fucilate il 25 gennaio 2015.
La Corte d’assise d’Appello di Cagliari, presieduta da Massimo Poddighe con giudice a latere Claudia Belelli, ha riconosciuto Alice Flore colpevole di concorso morale e materiale nell’omicidio dell’ex cognato, respingendo la richiesta di assoluzione avanzata dal procuratore generale Luigi Patronaggio.
La sentenza arriva al termine del secondo processo d’appello, disposto dalla Cassazione che aveva annullato con rinvio la precedente condanna a 24 anni inflitta a Flore e all’ex marito Nico Piras. In primo grado, a Nuoro, entrambi – Nico, fratello della vittima, e Alice Flore – erano stati assolti. In appello erano stati condannati, ma la Suprema Corte aveva chiesto una nuova valutazione delle intercettazioni e degli elementi probatori.
Nel corso dell’arringa, il pg Patronaggio aveva sottolineato l’insufficienza delle prove e la scarsa intellegibilità delle intercettazioni, chiedendo per Flore l’assoluzione e il non doversi procedere per morte del reo nei confronti di Nico Piras, pur riconoscendone la responsabilità, in quanto ucciso nel 2023 dal nipote Antonello, figlio di Angelo Maria, in un tragico epilogo familiare.
Diversa la posizione delle parti civili, rappresentate dagli avvocati Angelo Colli e Francesco Mossa e Pasqualino Moi, che avevano sollecitato il riconoscimento della responsabilità penale di Flore, convinti del suo ruolo attivo nel delitto. La Corte ha accolto in larga parte le loro tesi, rigettando le richieste del Pg e la linea difensiva sostenuta dagli avvocati Francesco Lai e Potito Flagella.
Con questa sentenza si chiude, almeno sul piano giudiziario, un processo durato dieci anni e segnato da faide familiari, omicidi incrociati e una lunga battaglia processuale.