"Non ho potuto donare il sangue per un motivo per me futile: vivendo a Londra, era sottointeso che il mio stile di vita e il mio fisico non fossero idonei per la donazione. Questo è quello che ho colto dalle parole del dottore".

Lo ha raccontato ai microfoni di Videolina Alessio Pullara, 38enne bar manager barbaricino che lavora nella capitale britannica insieme al fratello Giuseppe.

Si era recato al presidio ospedaliero San Francesco di Nuoro per donare il sangue ma gli è stata negata la possibilità.

L'emigrato sardo ha spiegato il disagio percepito al Centro trasfusionale durante il colloquio conoscitivo: "Vivi a Londra, quindi fai una vita sregolata. Chissà chi frequenti…".

Ritiene di essere stato discriminato e con lui anche il fratello.

"Anche a me è stato chiesto se vivessi a Londra”, ha dichiarato Giuseppe Pullara, "sono un donatore, non mi è mai capitata una cosa del genere".

Dall’ospedale invece parlano di un semplice fraintendimento.

Secondo il decreto ministeriale, non esiste alcuna limitazione per i donatori che vivono a Londra.

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