Il trasferimento in massa delle detenute della sezione femminile di Badu’ e Carros per far posto alle recluse accusate di terrorismo di matrice islamiche non va giù ai penalisti nuoresi.

“Questa decisione “calata dall'alto”, determina senza alcun dubbio la compressione ed un grave pregiudizio dei diritti fondamentali dell'individuo”, scrivono Salvatore Murru presidente della Camera penale e Giovanna Serra referente dell’osservatorio carcere.

“Il trasferimento presso altri istituti delle persone ristrette a Badu’ e Carros ha comportato un evidente quanto inaccettabile sacrificio del diritto ad una difesa effettiva rappresentato dalla necessità, di conferire personalmente ed in modo costante con i propri difensori, ma anche un allontanamento delle detenute dalla residenza del proprio nucleo familiare, con conseguenti ricadute anche sul piano morale ed affettivo”.

Per i legali vengono compromessi i piani di trattamento, di osservazione e di studio.

Sul tema interviene anche l'avvocato Francesco Lai, in qualità di componente della Giunta dell'Unione Camere Penali Italiane, sottolineando “come la decisione unilateralmente assunta dal DAP contrasti con le finalità rieducative e di reinserimento a cui è finalizzata la pena”.
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