I sacchetti con pane e brioche compaiono ogni sera, quando il bar abbassa la serranda per la chiusura.

Un cartello invita a servirsi: "Sperando di essere di aiuto a qualcuno che per vari motivi non se la passa tanto bene".

Quel pane e quei cornetti sono offerti gratuitamente a chi non se li può permettere.

"Ci piangeva il cuore buttare il pane del giorno o le paste invendute. Sono prodotti freschi, puliti. Sin da piccoli siamo stati educati a non sprecare. Perciò abbiamo fatto in modo che il nostro calo di lavoro diventasse qualcosa di utile", spiegano Monica Farai e Luigi Melsiade.

Sono marito e moglie, nuoresi entrambi, da 10 anni hanno il bar-paninoteca all'angolo tra via Toscana e via Lombardia, meta di tanti studenti del vicino istituto tecnico Chironi e degli sportivi che frequentano la piscina.

L'IDEA - La sera, quando gli ultimi clienti lasciano il bar, è il momento della solidarietà.

"La via si svuota, il locale è chiuso, la privacy è garantita", spiegano. L'idea, pur semplice, strappa i complimenti di molti clienti, meravigliati da questo disarmante buon cuore.

Ma l'idea di riporre i sacchetti per i poveri viene da lontano, complice anche la crisi.

"Rispetto ai primi anni il lavoro è calato. Ci siamo accorti che i prodotti invenduti erano ogni giorno di più, soprattutto d'estate, quando centro sportivo e scuola sono chiusi. Dalle nostre famiglie siamo stati educati a non sprecare nulla e a riciclare oggetti o altro".

Il primo pensiero, vedendo quel pane ancora soffice e quelle brioche allettanti, è stato donarli a parenti o agli ultimi clienti del giorno.

Poi è venuta la mensa dei poveri, del Sacro Cuore e di san Giuseppe. Ma d'estate, quando tutte le porte erano chiuse, hanno maturato l'idea che quel ben di Dio doveva comunque finire nelle mani di chi ha bisogno.

IL MESSAGGIO - "Per noi pane e brioche di giornata non sono avanzi, ma semplicemente prodotti invenduti".

Monica Farai e il marito, coinvolgendo anche la figlia di otto anni per educarla sin d'ora a condividere e a non sprecare, hanno meditato come fare, pesato le parole e alla fine hanno preparato un bel cartello con immagini adeguate in modo che il messaggio fosse alla vista di tutti.

Nei sacchetti, assieme al buon pane e alle brioche, capita che ci siano pizze o focacce confezionate con scadenza ravvicinata.

"A giorni funziona, a giorni meno. Noi continuiamo, raramente capita che non ci sia nulla. Facciamo quel che si può", sottolineano i due coniugi, convinti che la solidarietà sia molto più forte dei conti amari della crisi.

Marilena Orunesu

© Riproduzione riservata