Nuoro, gestione rifiuti in crisi: chiude l’ecocentro di Prato Sardo
Numerosi disagi per imprese e cittadiniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dopo l’allarme legato al ritrovamento di rifiuti contaminati con isotopo radioattivo Lutezio-177 nel secco indifferenziato inviato a Tossilo, un nuovo problema colpisce il sistema di raccolta dei rifiuti a Nuoro.
La società È-Comune ha annunciato la chiusura temporanea dell’ecocentro di Prato Sardo, situato nella zona industriale della città, senza fornire alcuna data per la riapertura.
Il comunicato, secco e senza ulteriori dettagli, è stato diffuso attraverso i canali istituzionali: «A causa di problemi tecnici, da domani l’ecocentro di Prato Sardo resterà chiuso fino a nuova comunicazione. Vi informeremo tempestivamente non appena la struttura potrà riaprire. Ci scusiamo per il disagio e ringraziamo per la collaborazione».
La chiusura dell’ecocentro, che serve soprattutto imprese, artigiani e utenze non domestiche per il conferimento di rifiuti ingombranti e materiali non smaltibili tramite porta a porta, sta già provocando notevoli disagi nel tessuto produttivo cittadino. Il fatto che si trovi all’interno della zona industriale di Nuoro rende ancora più rilevante la sua inoperatività.
Alcuni imprenditori, preoccupati per l’interruzione del servizio, si sono rivolti al numero informazioni di È-Comune, ricevendo questa risposta: «Salve, al momento non sappiamo dirle quando riaprirà l’ecocentro di Prato Sardo. Tutte le utenze non domestichepossono far riferimento temporaneamente al centro di Funtana Buddia.
Le invieremo un link con orari e tipologie di rifiuti conferibili. In loco troverà da compilare una autocertificazioneche attesti che il rifiuto proviene da Nuoro e che l’azienda è di Nuoro. L’operatore verificherà quantità e tipologia del rifiuto e, se tutto è conforme, autorizzerà l’accesso. I rifiuti devono essere assimilabili a quelli domestici, sono esclusi materiali pericolosi o inquinanti. Tutti i dettagli sono riportati nel link».
Una soluzione tampone, che tuttavia non risolve il problema per molte realtà produttive della zona industriale, le quali conferiscono materiali. Questa chiusura arriva a pochi giorni dall’allerta sanitaria per il ritrovamento di rifiuti radioattivi all’interno del secco.