Morte Patrizia Incollu, il Dap: «Instancabile, la ricordiamo con gratitudine»
I sindacati: «Un esempio di forza e caparbietà, abbiamo perso un riferimento. Riposa in pace Dire»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
C’è commozione e affetto nelle parole del Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, nei confronti di Patrizia Incollu. La morte cerebrale della direttrice del carcere di Badu ‘e Carros è stata dichiarata in serata, dopo dodici giorni di coma affrontati in seguito a un terribile incidente stradale.
«Ha trascorso la sua intera vita professionale nei diversi istituti della Sardegna», ricorda Russo, «mettendo a disposizione della comunità penitenziaria dell'isola le proprie capacità e il suo impegno instancabile».
Poi prosegue: «Ricordiamo la dedizione e la passione con la quale svolgeva, ormai da tempo, l'arduo compito di dirigere più di un istituto penitenziario. Con la serietà e l'impegno di sempre, caratteristiche che, insieme alla sua umanità, sono impresse nella memoria di tanti dirigenti e poliziotti penitenziari del Provveditorato della Sardegna che hanno lavorato con lei. Doti che oggi ce la fanno ricordare con estrema gratitudine».
Anche i sindacati Sappe, Osapp, Uilpa Pp e Uspp si sono uniti al dolore: «Vogliamo ricordare una donna che ha speso la propria vita per lo Stato, mantenendo alto il nome della legalità negli istituti penitenziari e riuscendo comunque a trasmettere la sua splendida umanità, qualità che ha avuto la fortuna di apprezzare chi ha lavorato al suo fianco. È stata», ricordano, «un esempio di caparbietà e di forza nei momenti di difficoltà e non ha mai mollato davanti a nessun ostacolo».
Non solo il ricordo della professionista, c’è di più: «Abbiamo avuto sempre dei confronti schietti, sinceri e comunque animati da grande stima e rispetto reciproci. Oggi tutti abbiamo perso un riferimento importante, una guida ed un esempio. Riposa in pace Dire, conserveremo nel cuore le conversazioni e le tue parole sincere perché con noi, anche al di fuori delle riunioni ufficiali, ti aprivi, ti sfogavi come si fa tra persone che si stimano e che si vogliono bene».
(Unioneonline)