Tolleranza zero contro le aggressioni ai sanitari, in particolare nel Pronto Soccorso, e maggiore rigore e severità anche quando gli attacchi sono verbali e sfociano in campagne di odio sui social (in particolare Facebook), se travalicano la legittima critica garbata e circostanziata.

Lo ha stabilito la direzione strategica aziendale dell’Asl 3 di Nuoro che prende posizione contro quella che sembra essere un’odiosa piaga, anche alla luce dei recenti episodi denunciati soprattutto nelle strutture sanitarie in Puglia. Solo una settimana fa le proteste social contro gli operatori di Nuoro sui tempi di attesa del Pronto soccorso del San Francesco aveva fatto prendere una posizione netta dell’Ordine provinciale delle professioni infermieristiche.

A Nuoro a contenere la situazione l’istituzione del posto fisso di polizia, «ma - aveva notato l’Ordine degli infermieri - ci sono segnali allarmanti». Ora anche l'Asl interviene con il Dg di Nuoro, Paolo Cannas. «Chiunque accede in un pronto soccorso – dice - deve aver rispetto del luogo e di chi ci lavora. Purtroppo anche nell’ospedale San Francesco, pur non arrivando ai casi estremi, si è registrato più di un episodio di pesanti aggressioni verbali e danneggiamenti. Il disagio o l’esasperazione di pazienti e dei parenti – prosegue – non possono passare come scusante o attenuante. Ci rendiamo conto che è necessario migliorare molto l’accoglienza dei pazienti, al fine di dare una maggior attenzione alle esigenze del malato».

Le aggressioni contro i professionisti sanitari in Italia sono aumentate del 38% negli ultimi 5 anni, e in Italia la violenza colpisce in particolare le donne, con un aumento del 40% degli episodi di violenze fisiche e psicologiche contro le professioniste sanitarie negli ultimi 3 anni. Michela Matta, direttore del Pronto Soccorso del San Francesco, che insieme agli altri operatori, con abnegazione e sforzi non da poco, lavorano per assicurare l’emergenza-urgenza del maggior pronto soccorso del Centro Sardegna, sottolinea che «occorre promuovere azioni a difesa della sicurezza e del benessere degli operatori sanitari in ogni contesto lavorativo, in primis nei pronto soccorso. Anche perché, nella maggior parte dei casi, oltre che di aggressione e danneggiamento, chi si macchia di questi reati causa anche l’interruzione dell’attività dei sanitari che, anche durante episodi di aggressione, non possono prestare soccorso agli altri pazienti presenti nella struttura». 

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