Il frastuono della motosega in azione non è passato inosservato lungo viale Santa Maria, che costeggia il vecchio cimitero. Lo scorso fine settimana sono stati tagliati tutti i cinque alberi del marciapiede. Un restauro ambientale, oppure prende piede la politica della motosega? «Semplicemente perché erano malati e rendevano i marciapiedi sconnessi - dice l'assessore all'ambiente, Toto Listo- la sofferenza di quegli alberi, messi a dimora oltre 60 anni fa, proprio di fronte all'ingresso della chiesa cimiteriale, è stata rilevata dall'agronomo dell'ufficio ambiente. Nel centro abitato certi alberi vanno sempre messi e poi tolti per motivi legati a diverse patologie, ma soprattutto per problemi legati all’apparato radicale».

L'ordine del taglio è arrivato all'improvviso, cogliendo di sorpresa tutti. Anche i consiglieri comunali di minoranza. Quelli alberi davanti al cimitero non ci sono più. La motosega è entrata in azione lo scorso fine settimana e domenica mattina quell'inizio di viale, che costeggia il cimitero e il popoloso rione di Santa Maria, è apparso spoglio e quasi mutilato. Alberi piantati negli anni sessanta, che davano ombra all'ingresso della chiesa cimiteriale, dove nel periodo estivo trovavano riparo dal sole centinaia di persone, durante i funerali. Perché la motosega? «Perchè alberi sofferenti e le loro radici hanno sconnesso i marciapiedi, rendendoli impraticabili e diventando anche una pericolosa insidia. Ovviamente si interviene subito, speriamo prima del primo novembre, per il ripristino dei marciapiedi e quindi con la messa a dimora di nuovi alberi. Alberi  a fittone, con le radici che non si allargano, ma vanno in profondità. Un altro platano importante al centro, quello di via Ariosto, davanti al caseggiato che ospita la scuola media, sarà tagliato per consentire la realizzazione dello scivolo per i disabili. Altri alberi, invece, saranno piantati in viale Nenni. Ovviamente abbiamo pianificato l'intervento per la potatura in tutta la cittadina- dice Listo- per renderli più vivi e rigogliosi». 

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