Basta rinvii. La Regione deve procedere immediatamente col progetto del termovalorizzatore.

È quanto chiede la Fit Cisl, a fronte della grave situazione in cui vive una trentina di lavoratori della Tossilo Spa, che ieri hanno lanciato l'allarme sul mancato rinnovo della convenzione tra la Regione e i Comuni di Macomer e Borore, per consentire lo stipendio a fronte degli impianti fermi, il Termovalorizzatore dei rifiuti, che non si riesce a far partire ormai da qualche anno: «La scadenza al 30 settembre dell’accordo tra la Regione e i Comuni di Macomer e Borore ci preoccupa per il futuro dei lavoratori della Tossilo SPA. Quell’accordo garantiva le retribuzioni delle maestranze coinvolte, ma senza un impegno certo da parte della politica regionale il rischio è che questi lavoratori rimangano già dal prossimo mese senza retribuzione».

Lanciano quindi l'allarme il segretario generale e quello regionale della Fit Cisl, Claudia Camedda e Gianluca Langiu. «Riteniamo che questa vertenza, che tra l’altro sarebbe di facile risoluzione, si trascini da troppo tempo. Il mancato avvio di quell’impianto - sottolineano i due sindacalisti - ci fa temere che il tema stia diventando oggetto di strumentalizzazioni ideologiche. Sul territorio nazionale operano 37 impianti, non rappresentano un problema e mostrano di funzionare. Per queste ragioni non comprendiamo perché in Sardegna l’avvio del termovalorizzatore rappresenti un problema, mentre siamo ancora costretti a portare i nostri rifiuti altrove e a gestirli tramite il conferimento in discarica. Serve che oltre alla questione energetica, la Regione metta mano anche al tema legato all’economia circolare attraverso una gestione integrata del ciclo dei rifiuti. Non è più concepibile - concludono i rappresentanti Fit - che vi siano i centri di stoccaggio, comunemente chiamate discariche, straripanti e, dopo cospicui investimenti, non si riesca ad avviare un’infrastruttura come quella di Tossilo».

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