Macomer, il grido del Centro culturale: «Nemmeno i soldi per la carta igienica. Dove sono i fondi regionali?»
I dipendenti dal palco della Mostra del Libro: «Da mesi aspettiamo invano i finanziamenti. Situazione drammatica, tra debiti e mancati pagamenti»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Per la Mostra del Libro attualmente in corso abbiamo dovuto chiedere al Comune di Macomer di
acquistarci la carta igienica perché noi non avevamo risorse per poterlo fare. È un esempio banale, ci rendiamo conto, ma eviteremo di elencare la quantità di fatture insolute che si accumulano ogni giorno nella nostra pec».
È il drammatico appello lanciato dai dipendenti del Centro Servizi Culturali di Macomer, nel corso di una delle manifestazioni legate alla XXII edizione della mostra del libro edito in Sardegna, che aspettano, ormai dal primo agosto, i finanziamenti della Regione, per pagare anche gli stipendi e le spese di gestione del centro. Una situazione che rischia di portare il centro alla chiusura. Un fuori programma che assume contorni drammatici e anche imbarazzanti, giacché proprio al Centro Servizi Culturali è affidato il coordinamento della mostra.
I dipendenti sono così saliti sul palco e hanno letto il documento, assieme al sindaco di Macomer, Riccardo Uda. «La Mostra Regionale del Libro, che si sta svolgendo in questi giorni nei nostri locali e con il nostro coordinamento, ha questa sera parlato di ingiustizia e diritti grazie alla presenza del preziosissimo ospite Beniamino Zuncheddu, che con la terribile esperienza da lui vissuta ci ha trasmesso il coraggio di parlare». Sono le prime parole pronunciate da Antonella Simula, dipendente del Centro Servizi Culturali, che ha proseguito: «In base alle diverse leggi che regolano il funzionamento dei Centri unicamente prevede l’erogazione del finanziamento nei confronti dei Centri Servizi Culturali anticipatamente all’attuazione dei programmi di attività».
Rivolta al presidente della Regione, Alessandra Todde, Antonella Simula dice: «Presidente Todde le chiediamo come mai il finanziamento 2024 ad oggi, 16 novembre, non è ancora arrivato? Nelle sedi competenti, il nostro Direttore ha provato in ogni modo a capire il motivo del ritardo, ma il dato di fatto ad oggi è che il Centro Servizi Culturali di Macomer dal 1° agosto 2024 è senza un euro: la nostra cassa è vuota e dopo 4 mesi denunciamo a Lei, alla nostra comunità e al nostro territorio la gravissima situazione in cui stiamo operando. Continuiamo a maturare debiti con i nostri fornitori e siamo ormai al 4 mese senza stipendio. Nonostante le difficoltà tutta la squadra ha continuato ad operare regolarmente, con la forte convinzione che un Centro come il nostro, in un territorio in crisi come quello del Marghine, debba rimanere aperto».
I dipendenti, hanno chiesto di essere ascoltati, di essere incontrati. Richieste finora rimasta inascoltate. «Siamo il Centro, ma il Centro non è nostro: il Centro è di tutti, e auspichiamo che esistendo da prima del nostro arrivo continui ad esistere anche un domani, quando noi non ci saremo più», ha aggiunto Simula. «Per questo chiediamo con convinzione che, oltre alla regolarità sulla liquidazione del finanziamento, anche la legge sui Centri Servizi Culturali, e la sua revisione, non sia più procrastinata. L’attuale e grave situazione va al di là di ogni nostra volontà e a breve comporterà l’inevitabile chiusura dei nostri servizi al pubblico portandoci esattamente dove fino a questo momento non volevamo arrivare».
In questa situazione, il rischio, secondo i dipendenti, è che anche il Centro Servizi Culturali diventi l’ennesima struttura del territorio votata alla chiusura.
Il documento è stato firmato, oltre che da Antonella Simula, anche Roberta Balestrucci, Maria Francesca Desosrtes, Giovanni Fraoni e Roberto Putzulu. Il sindaco Riccardo Uda solidarizza: «Hanno ragione. Sappiamo però che i finanziamenti ci sono, ma impedimenti burocratici hanno finora impedito che quei soldi arrivassero a destinazione».