Non una vendetta, ma una lunga serie di provocazioni e minacce che avrebbe fatto «perdere la testa» ad Antonello Piras, 21enne di Lula reo confesso dell’omicidio dello zio Nico, ucciso nella notte tra domenica e lunedì quando in paese si stavano concludendo i festeggiamenti per le Cortes Apertas.

Il giovane si è presentato questa mattina ai carabinieri della Compagnia di Bitti e ha ammesso di essere il responsabile dell’omicidio. Davanti al pm della Procura di Nuoro Ireno Satta e al maresciallo Giovanni Ciancilia, accompagnato dagli avvocati Francesco Mossa e Giovanni Angelo Colli, dalla madre Giampiera Calia e dalla sorella, Piras ha raccontato quanto avvenuto quella sera: «Stavo bevendo al chiosco, Nico Piras mi ha provocato e dileggiato. Mi sono allontanato e sono andato in un altro chiosco, ma lui mi ha seguito mostrandomi una pistola e dicendomi che mi avrebbe fatto fare la fine di mio padre. Allora ho avuto paura di essere ucciso e di fare la fine di mio padre. Ho perso la testa, ho tirato fuori il fucile che avevo addosso e ho fatto fuoco».

Grazie alla confessione si è appreso che l’arma del delitto non è una pistola ma un fucile: i due colpi all’addome sono stati fatali per la vittima, hanno compromesso diversi organi interni portando l’uomo alla morte due giorni dopo al San Francesco di Nuoro.

Il 21enne, che per tutta l’estate aveva lavorato come cameriere in Costa Smeralda, era rientrato a Lula lo scorso fine settimana proprio per le Cortes Apertas. Ora è stato arrestato e condotto nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros.

La posizione del giovane era già al centro delle indagini. Per il precedente della vittima e dunque il possibile movente della vendetta, ma non solo. Un motorino utilizzato dal ragazzo è stato trovato nelle vicinanze del luogo del delitto, inoltre Antonello Piras si era reso irrintracciabile subito dopo l’omicidio.

Nico Piras era accusato dell’omicidio del fratello Angelo Maria Piras, padre di Antonello. L’uomo è stato ucciso a fucilate nel 2015, un delitto secondo gli inquirenti maturato per questioni di eredità. Proprio per oggi era previsto il processo in Corte d’Assise per quel fatto di sangue, alla sbarra l’allevatore di 42 anni assassinato lunedì scorso e la ex moglie Alice Flore.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata