Francesco Rocca, il dentista di Gavoi condannato in via definitiva all'ergastolo come mandante dell'omicidio della moglie, Dina Dore, avvenuto nel marzo 2008, non dovrà restituire a sua madre i soldi spesi dalla famiglia per difenderlo, circa 800mila euro.

Lo ha deciso la giudice del Tribunale civile di Nuoro, Tiziana Longu, che ha emesso una sentenza con cui ha respinto la richiesta di Mariuccia Marchi, mamma del dentista, la quale accusava il figlio di indebito arricchimento e chiedeva che le fossero restituiti i circa 800mila euro spesi da lei e dal marito per difenderlo nel processo per il femminicidio.

Per la giudice non c’è alcun “indebito arricchimento”, visto che i genitori di Rocca sostennero di propria volontà la difesa del figlio, senza essere costretti da nessuno.

La stessa giudice ha poi proposto una conciliazione nell'ambito della causa in corso per la ricostruzione e divisione del patrimonio ereditario di Antonio Rocca, padre dell'ergastolano, morto qualche anno fa. Causa intentata dalla figlia 14enne del dentista, rappresentata dalle avvocate Annamaria Busia e Francesca Calabrò. Alla famiglia Rocca è stato chiesto di depositare, entro il 3 ottobre prossimo, tutta la documentazione mancante che riguarda gli immobili del padre, in modo da poter ricostruire l'asse ereditario.

La conciliazione prevede il pagamento alla famiglia di Dina Dore del danno quantificato in sede legale e delle spese sostenute; l'intestazione alla figlia minorenne del 50% dei beni del padre, Francesco Rocca; la ripartizione della parte restante del patrimonio secondo le volontà testamentarie. Le parti dovranno comunicare la loro decisione nell'udienza fissata per il 3 ottobre. 

(Unioneonline)

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