Era tornato ad Orune per dare l’addio a un amico vittima di una grave malattia, e non poteva certo immaginare che, poche ore dopo quel funerale, ci sarebbe stata la sua tragica fine. È morto nel giorno di festa, ucciso a colpi di pistola davanti al palco pronto per Su Cossolu, Luca Goddi, 47 anni, di Orune, allevatore che da tempo risiedeva a Tanaunella, frazione di Budoni.

Un omicidio avvenuto in pieno giorno, erano circa le 18 e 30, nella piazza del Mercato dove il palco è rimasto vuoto e silenzioso, e ogni celebrazione è stata sospesa. Nella piazza, solo il rumore nervoso del nastro dei carabinieri che delimita la scena del delitto e le bandierine scosse dal vento gelido.

L’agguato

La scena che si presenta ai soccorritori racconta un omicidio che pare più maturato per impeto, che un agguato premeditato. L’auto, una Golf blu scuro, è ferma sul lato destro della strada. Lo sportello dell’autista ha il cristallo infranto dai colpi di arma da fuoco. Dall’altra parte, invece, il vetro è completamente abbassato. Il corpo di Goddi, crivellato da diversi colpi di pistola, è riverso al posto di guida. Nessuno sa nulla. Molti fratelli della vittima vivono in Toscana, già in passato Goddi aveva avuto problemi con la giustizia. Lascia un figlio.

Le indagini

Sul posto arrivano subito i carabinieri della stazione di Orune, seguiti poco dopo da quelli del Nucleo operativo del comando provinciale di Nuoro, guidati dal tenente colonnello Saverio Aucello, accompagnato dal magistrato di turno Ireno Satta. Gli uomini della Compagnia di Bitti, guidati dal tenente Fabrizio Ricciardi e dal luogotenente Giovanni Ciancilla, bussano alle porte delle case che si affacciano sulla piazza del Mercato.

Forse chi ha sparato lo ha fatto da distanza ravvicinata. La notizia non ha conferme, come quella, circolata in paese, che gli abbiano puntato l'arma contro da un’altra auto. 

L’ultimo delitto ad Orune risale all’agosto del 2021. Mauro Antonio Carai era stato ucciso con diverse coltellate. A processo due vicini di pascolo, i gemelli Mauro e Giuseppe Contena.

Fabio Ledda

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