Sono stati prelevati gli organi di Paolo Sanna, il 69enne che a Nuoro Roberto Gleboni, 52, ha incontrato nel pianerottolo mentre usciva con la pistola in pugno dopo aver sterminato la sua famiglia – si è salvato solo un figlio di 14 anni – prima di presentarsi a casa della madre ferendo anche lei con un colpo al collo, per poi togliersi la vita.

L’equipe della Rianimazione dell’Ospedale San Francesco, diretta dal dottor Peppino Paffi, ha potuto procedere al prelievo degli organi dopo l’accertamento della morte cerebrale di Sanna, in pensione da due anni dopo aver lavorato al centro di igiene e sicurezza pubblica della Asl, in via Manzoni.

«Conoscevo Paolo – dichiara, con comprensibile commozione, Peppino Paffi – e non è stato facile, da un punto di vista emotivo, mantenere la lucidità e la “freddezza” necessarie ad accompagnarlo in questo suo ultimo slancio di grande generosità. Per questo voglio ringraziare gli operatori sanitari dell’Ospedale che hanno lavorato senza sosta, in queste ore drammatiche, la Coordinatore Locale Aziendale dei Trapianti, Dottoressa Pietrina Ticca, e la squadra di psicologi aziendali che hanno supportato pazienti, familiari, e noi operatori».

La ASL n. 3 di Nuoro «ringrazia dal profondo del cuore i familiari di Paolo Sanna, già stimato dipendente dell’azienda, per il gesto di grande generosità dimostrato in quest’assurda tragedia».

(Unioneonline/D)

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