Oggi, nel processo civile sulla tragedia del 25 dicembre 2017 che costò la vita a Matteo e Francesco Pintor, il perito nominato dal giudice, l’ingegnere Paolo Marcialis, ha chiesto ufficialmente i progetti originali della curva, le autorizzazioni del varco e i crash test del guard rail in quel tratto della strada statale 129.

La giudice Francesca Lecis ha invitato le parti a pronunciarsi. Giovanni Pintor, fratello delle vittime e sopravvissuto,  entrato nel processo intentato dal cugino e autista il giorno della tragedia, Alessandro Satta, ha ribadito: «Vogliamo vedere quei documenti. Se non esistono, significa che i miei fratelli sono morti su una curva mai autorizzata, con barriere non a norma».

Sotto accusa Anas e l’intero sistema di manutenzione e autorizzazioni: secondo gli avvocati delle vittime, tocca ora al gestore dimostrare la regolarità dell’infrastruttura, non il contrario. Il caso è sostenuto anche da Anci Sardegna con la presidente Daniela Falconi che ha sempre sos tenuto: «È una battaglia di giustizia e sicurezza per tutti.”. Intanto, l’associazione #AdessoBasta! chiede che i riflettori restino accesi: “Siamo vicini alla verità. Non ci fermeremo». 

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