Il Tribunale di Nuoro ha assolto una giovane di 25 anni dall’accusa di porto abusivo di arma, sollevata in relazione al possesso di un taser, strumento elettrico potenzialmente pericoloso.

La giovane era stata trovata in possesso dell’oggetto il 4 ottobre 2022, mentre si trovava a Dorgali.

I fatti

La vicenda ha preso avvio durante una serata trascorsa a Dorgali, dove la 25 enne si trovava in un bed and breakfast. Secondo quanto raccontato dalla stessa, aveva ordinato una pizza da asporto e, mentre si trovava vicino a una grata di un tombino, ha notato una luce rossa provenire dal dispositivo. Colpita dalla curiosità, ha pensato inizialmente che fosse una torcia e ha raccolto il dispositivo. Il giorno successivo, durante un controllo di routine effettuato dai carabinieri, il dispositivo le è stato trovato e posto sotto sequestro. Secondo l’accusa, si trattava di un taser, cioè un’arma elettrica stordente, e la giovane avrebbe dovuto giustificare il suo possesso.

La normativa italiana, in particolare l’articolo 4 della legge 110/75, vieta il porto fuori dall’abitazione di strumenti elettrici stordenti, come i taser, senza un giustificato motivo. Per il pubblico ministero, la giovane era consapevole di possedere uno strumento atto ad offendere, e il dispositivo doveva essere considerato una vera e propria arma. Da qui la richiesta di condanna a 4 mesi e 700 euro di multa.

La difesa e la decisione del Tribunale

Durante il processo, l’avvocato Adriano Catte ha sostenuto che la 25enne non fosse consapevole della natura del dispositivo, confondendolo con un semplice telecomando con una luce rossa. Il legale ha sottolineato come fosse difficile riconoscere un taser come tale, se non per chi ha familiarità con l’arma. La difesa ha inoltre evidenziato come la giovane avesse trovato il dispositivo e non lo avesse acquistato, rendendo difficile credere che avesse l’intenzione di usarlo in modo illegale.

La corte ha accolto la tesi difensiva, ritenendo che non vi fossero prove sufficienti a dimostrare la consapevolezza della giovane riguardo alla pericolosità del dispositivo.

Nonostante il pubblico ministero avesse insistito sul fatto che il taser fosse chiaramente un’arma e che la giovane dovesse essere consapevole del suo contenuto, il tribunale ha escluso che ci fosse dolo o intento offensivo da parte della 25enne assolta “perché il fatto non sussiste”.

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