Quella di Hasna Begum, la ragazza accusata di aver ucciso a Londra il nuorese Pietro Sanna, è una confessione che non convince del tutto Scotland Yard.

L'accusa, rappresentata dall'avvocato della Corona nell'udienza di lunedì davanti ai giudici della Corte centrale del Regno Unito, ha affermato di aver ancora bisogno di almeno due o tre settimane di tempo per dichiarare concluse le indagini.

Anche per questo, la ragazza londinese di origini bengalesi resta in carcere, sebbene nell'udienza di lunedì abbia confermato di aver accoltellato Pietro, dichiarando però di aver agito per legittima difesa.

Una tesi quest'ultima che non avrebbe convinto gli inquirenti a causa di alcuni fendenti che la vittima ha subito alla schiena, e dal fatto che la ragazza abbia riportato solo una lieve ferita al mignolo.

Altra domanda senza risposta: perché è ritornata nell'appartamento dove aveva già ucciso Pietro e da dove ha chiamato il fratello Giomaria, per poi fuggire nuovamente?

Ieri è emerso un altro dettaglio a conferma della tesi della polizia che colloca la morte di Sanna non lunedì 26 giugno, ma tra il 22 e il 23 giugno: alcuni inquilini dello stabile di Londra a Canning Town, periferia ovest della città, avrebbero sentito forti rumori.

Testimonianze preziose, unite a quelle di altri che avrebbero raccontato come la stessa sera tra il 22 e il 23, la ragazza è arrivata in quell'appartamento.

© Riproduzione riservata