Davide, ucciso da un'auto a Roma. La madre: "Serve una condanna esemplare"
Il giovane, 31 anni, è morto e "nessuno ha avvisato la famiglia, l'abbiamo appreso dai Social"Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Una vergognosa assenza istituzionale». Sono le pesanti parole d'accusa lanciate da Maria Grazia Carta, nuorese e madre di Davide Marasco, il giovane travolto e ucciso da un'auto condotta da un ubriaco mentre il 27 maggio scorso a Roma, in sella al suo scooter, si recava a svolgere il suo lavoro di panettiere.
Parole dure, affidate a una lettera aperta inviata alle istituzioni: «Nessuno ci ha avvisato della morte del nostro ragazzo, lo abbiamo appreso dai social».
La donna cerca la condivisione chiedendo di essere presenti oggi, davanti al tribunale di Roma, dove si terrà l'udienza per l'automobilista accusato di omicidio stradale. In quella scorsa, il pubblico ministero aveva chiesto cinque anni di reclusione. Troppo pochi per la donna. «L'investitore - ricorda lei - era ubriaco, lo ha preso in pieno, come è dimostrato dal referto autoptico, mentre percorreva a tutta velocità, contromano e pieno di alcol la via Casilina a Roma. Non gli ha prestato soccorso, tipico comportamento di chi non ha alcun interesse e rispetto per la vita del prossimo. Davide è rimasto colpito a morte sull'asfalto. Al dolore più grande per una madre - scrive - si è aggiunto il dolore di dover apprendere della morte del proprio figlio dai social. Vergognosa assenza istituzionale. Eclatante e inverosimile, per una cittadina, apprendere una così dolorosa notizia mentre presta servizio con amore, dedizione, rispetto e attenzione per le diversità e necessità di tutti i bambini, come insegnante in una scuola della periferia romana. Conosco bene i vuoti istituzionali. I bambini, le loro famiglie, gli insegnanti, i dirigenti e la scuola tutta sono lasciati soli quotidianamente a farsi carico di situazioni di incuria, degrado e tagli. Mai mi sarei però immaginata di trovarmi a toccare con mano la più inumana delle assenze istituzionali. Nessuno si è fatto carico di avvisare noi familiari della morte di un ragazzo di 31 anni, giustificandosi dietro una prassi burocratica incomprensibile nell'era digitale. Nessuno ha pensato che quella creatura che giaceva sull'asfalto priva di vita avesse una mamma, una famiglia. Nessuna umanità ancora una volta gli è stata manifestata, così come a tante altre vittime».
(f. le.)