Bonaria Salis spegne centodue candeline.

Occupa di diritto il posto di capotavola di fronte a una lunga mensa imbandita, alla quale siedono figli, nipoti, parenti e amici.

In un ristorante del paese tzia Bonaredda ha voluto festeggiare venerdì scorso questo nuovo traguardo: la conquista di un'altra primavera nel percorso di una vita longeva e ricca di emozioni.

Invita quanti sono venuti a portarle gli auguri ad accomodarsi, bevendo un bicchiere di vino e mangiando assieme a lei, brindando alla sua salute.

La proverbiale ospitalità barbaricina, del resto, non poteva essere smentita dalla donna più anziana di Oliena.

Classe 1915, alle spalle i segni di un'esistenza umile e tenace, del lavoro e della fatica della terra, della pazienza e dell'amore di una madre, rimasta vedova giovanissima con nove figli da allevare e crescere.

La vista è annebbiata ma la testa è talmente lucida da riuscire ancora a collegare parentele e origini famigliari, che snocciola con facilità, ogniqualvolta la figlia le presenta un nuovo ospite, testimoniando, d'altra parte, un'immutata acutezza e uno spirito e un'ironia particolarmente marcati. "A atteras hentu de ustas dies"- scrisse ai cento, in una pergamena, l'allora sindaco Salvatore Serra e non si può se non rinnovarle questo bell'auspicio.
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