ABadu 'e Carros i detenuti per reati di lieve entità sono in netta minoranza. Il carcere nuorese accoglie 272 reclusi, ben 216 dei quali sono rinchiusi nel circuito Alta sicurezza, che accoglie tutti i condannati per reati di tipo associativo. Meno di una decina sono islamici, gli altri incarnano personaggi di grosso calibro della criminalità organizzata dello Stivale. Da big di Mafia capitale a esponenti di Cosa Nostra, Camorra, 'Ndrangheta e Sacra Corona Unita.

GLI ORGANICI - L'amministrazione penitenziaria ne garantisce la custodia con un organico assai ridotto rispetto a quello previsto. Il personale della polizia penitenziaria contemplato dalla pianta organica ministeriale dovrebbe essere composto da 205 unità, ovvero 3 commissari, 25 ispettori, 32 sovrintendenti e 145 agenti. La forza in campo in realtà è ridotta. E complessivamente si ferma a 176. Se si considerano le defezioni dovute a congedi e malattie, in servizio a Badu 'e Carros, al 15 gennaio scorso, c'erano soltanto 154 tra commissari, ispettori, sovrintendenti e agenti di polizia penitenziaria. «Purtroppo il personale è insufficiente - osserva Giovanni Villa, della segreteria regionale Cisl Fns Sardegna - . L'organico delle unità stabilito con decreto ministeriale non viene rispettato a causa del fatto che la pianta organica del corpo di polizia penitenziaria non è completa. Oggi possiamo dire che in tutto il Paese mancano all'appello circa 5000 poliziotti e se pensiamo che con il Decreto Madia, scelta irragionevole che non ha tenuto conto di molteplici aspetti, ne sono stati tagliati 5000 dalla pianta organica precedente parliamo quindi di una carenza di 10000 unità rispetto alle esigenze idonee a garantire un'ottimale sicurezza sia all'interno che all'esterno dei penitenziari. Purtroppo il penitenziario nuorese non è immune da questa problematica».

Un agente all'esterno del carcere Badu 'e Carros (archivio L'Unione Sarda)
Un agente all'esterno del carcere Badu 'e Carros (archivio L'Unione Sarda)
Un agente all'esterno del carcere Badu 'e Carros (archivio L'Unione Sarda)

Anzi, sebbene la situazione sia ancor più grave vista la tipologia dei detenuti, per la maggior parte di Alta sicurezza, «l'Amministrazione - aggiunge Villa - non si impegna a garantire un livello di vigilanza adeguato. Impensabile garantire ciò con una carenza di circa 60 poliziotti suddivisi in tutti i ruoli». L'esperto sindacalista di Bitti, battagliero protagonista di tante vertenze, rilancia gli appelli ripetuti in diverse occasioni. « I detenuti in Alta sicurezza - insiste Villa - vanno sottoposti a controlli più assidui e con un numero di poliziotti adeguato al livello di sicurezza da garantire, non solo all'interno del penitenziario ma anche all'esterno. Basti pensare a una visita ospedaliera o un ricovero, una traduzione, insomma le varie movimentazioni necessarie all'uscita dal carcere. Se per movimentare verso l'esterno un detenuto "comune" ci vogliono 3/4 agenti per la movimentazione di un AS, di agenti ne servono almeno 6. Abbiamo sempre chiesto all'Amministrazione un'attenzione maggiore verso i penitenziari che ospitano detenuti di spessore e per i quali il livello di sicurezza da garantire deve essere giustamente proporzionato, ma ad oggi questa attenzione non c'è stata».

LE DOTAZIONI - Badu 'e Carros, anche di recente, ha manifestato falle nella sicurezza. Una serie di circostanze, non ultimo il guasto al metaldetector all'ingresso, ha favorito l'introduzione all'interno del carcere di microcellulari e sostanze stupefacenti. Fortunatamente il lavoro di intelligence condotto dagli agenti, sotto il coordinamento della commissaria Manuela Cojana, ha consentito di smascherare e arrestare il visitatore che riforniva suo padre (esponente della malavita pugliese) del materiale fuorilegge. Determinante anche il fiuto delle unità cinofile di cui è dotato il corpo di polizia penitenziaria a Badu 'e Carros. I cani antidroga rappresentano un vero e proprio fiore all'occhiello. «Ora questo problema dei microcellulari sta per essere risolto - annuncia Villa - visto che anche nel carcere di Nuoro arriveranno gli inibitori e i rilevatori del segnale di telefonia mobile».

Unità cinofile e i loro conduttori a Badu 'e Carros (archivio L'Unione Sarda)
Unità cinofile e i loro conduttori a Badu 'e Carros (archivio L'Unione Sarda)
Unità cinofile e i loro conduttori a Badu 'e Carros (archivio L'Unione Sarda)

OLTRE LE SBARRE - Una recente ispezione della deputata Mara Lapia aveva evidenziato luci e ombre all'interno del carcere. A Badu 'e Carros funzionano in maniera eccellente i sistemi tesi alla rieducazione del condannato, come laboratori, esperimenti didattici e attività ricreative, ma le carenze strutturali e quelle legate all'assistenza sanitaria rischiano di vanificare il lavoro fatto dalla direttrice Patrizia Incollu e dal personale della polizia penitenziaria. «Qui - aveva dichiarato Lapia dopo la sua visita in carcere - vige un sistema di tortura che non è fatto di pestaggi, ci mancherebbe altro, ma di carenze strutturali e soprattutto sanitarie. Un detenuto è costretto ad attendere anche due anni per una visita dall'otorinolaringoiatra. Succede anche ai liberi cittadini. Questi però, in caso di bisogno, possono rivolgersi al privato. «Il medico di guardia, a Badu 'e Carros, la notte non ha infermieri a disposizione. La palestra è distrutta». Le condizioni sono difficili non solo per i carcerati ma anche per il personale. «Là dentro sono tutti ultimi. Dai detenuti alle guardie al personale medico. Stanno scontando tutti una condanna». Le gravi carenze registrate nel corso dell'ispezione stridono con la disponibilità del personale della polizia penitenziaria e le iniziative intraprese dall'amministrazione per la rieducazione del recluso. «Ho trovato un ambiente detentivo umano e accogliente, una buona armonia. Ho visto detenuti che possono studiare o fare laboratori. Potrebbero utilizzare meglio la cucina, ad esempio, se fosse attrezzata a dovere».
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