Oggi il gup di Nuoro, Teresa Castagna, ha ascoltato Mathias Winkler, uno dei proprietari del residence di Orosei dove il 2 settembre 2018 il piccolo Richard Mulas è annegato nella piscina.

"Non ho nessuna responsabilità per la morte del bambino – ha detto Winkler -, sapevo che la griglia della piscina era scheggiata ai bordi e ho riferito la cosa al gestore Sergio Appeddu. Ma non sapevo che qualche giorno dopo fosse stata rimossa, l’ho appreso solo al momento della tragedia, quando il braccio del piccolo è stato risucchiato in quel vuoto".

Per l’uomo, al processo che si celebra con rito abbreviato, l’accusa è di omicidio colposo. Questa mattina, assistito dai suoi avvocati Gino Derosas e Antonella Pedduzza, ha parlato per due ore ripercorrendo il giorno in cui ha perso la vita il bimbo di sette anni di Irgoli.

"Non ero in struttura quando è successo il fatto - ha detto ancora Winkler in aula - sono stato avvisato e quando sono arrivato in piscina, Sergio Appeddu mi ha detto di non dire che era in funzione la fontana, ma lì per lì non ho capito". La fontana decorativa in funzione è quella all'interno della piscina che, secondo il perito nominato dal giudice, aspirava per un difetto di costruzione dal bocchettone nel quale, senza griglia, è rimasto incastrato il braccio di Richard.

Per la vicenda sono accusati di omicidio colposo anche Alessandra Gusai e Sergio Appeddu, rispettivamente proprietaria e amministratore del residence di Orosei, anche loro a processo davanti al giudice monocratico di Nuoro, nel primo troncone dell'inchiesta. Il processo che vede imputato Winkler è stato rinviato al 16 settembre per la discussione delle parti e per la sentenza. La mamma e i familiari del bambino sono assistiti dagli avvocati Francesco Lai e Piera Pittalis.

(Unioneonline/s.s.)

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