Il fatto non è previsto dalla legge come reato, perché quei bidoni del latte non erano altro che delle propaggini dei loro corpi, e non  «congegni o altri oggetti» che i pastori «esposero quale simbolo evocativo della loro protesta». Non solo. La protesta, seppur non avvallata dal punto di vista formale, aveva l'appoggio delle istituzioni. In primis dei sindaci,  ma anche dei ministri, che qui giorni si unirono ai cortei di protesta dei pastori sardi.

Con questa motivazione oggi la giudice del Tribunale di Nuoro, Claudia Falchi Delitala, ha assolto i pastori finiti a processo perché l'8 febbraio del 2019 avevano partecipato sulla statale 131 dcn, al chilometro 92,8 vicino a Siniscola, lungo la direttrice di marcia Abbasanta-Nuoro, ad una manifestazione di protesta per il basso prezzo del latte, bloccando il traffico.

Il giudice, accogliendo le richieste dei difensori degli imputati, Mario Silvestro Pittalis, Antonello Cao, Francesco Lai, Margherita Baragliu, Rinaldo Lai, Giulia Lai, Adriano Sollai e Marcella Cabras, che hanno sempre sostenuto come la contestazione di blocco stradale fosse una questione di rilevanza amministrativa e non penale, ha assolto tutti gli imputati, inviando al prefetto gli atti per quanto di competenza.

Quel giorno quindi non commisero nessun reato  Antonio Cidu, Natale Ghisu, Manuele Carta, Antonio Carta, Luigi Francesco Meloni, Davide Mulargia, Gianbattista Loi, Bastiano Lai, Piero Mulargia, Giovanni Boccoli, Federico Turoni, Giuseppe Sale, Giovanni Arduino Cossu, Marco Lutzu, Francesco Congiu, Mario Pau, Luigi Carru, Giovanni Pipere, Salvatore Funedda, Marco Bandinu, Alessio Fadda, Francesco Carta, Paola Porta, Cinzia Conteddu, Salvatore Cossu, Pasquale Mulargia.

La giudice inoltre prosegue nelle motivazioni spiegando che in tutta la vicenda «i fusti ricoprirono una valenza solo morale e simbolica e non anche materiale». E ha voluto porre l'accento su come «la larga maggioranza dell'opinione pubblica (sarda e non solo) solidarizzasse coi pastori, condividendone le rivendicazioni poiché il dramma della oggettiva anti-economicità dei prezzi di vendita del latte aveva messo in ginocchio un settore nevralgico dell'economia dell'isola, esponendo al rischio improvviso di povertà una moltitudine di famiglie. Le ragioni degli allevatori erano state peraltro», evidenzia il Tribunale, «sostenute sia dai politici di vari schieramenti sia dalle istituzioni locali e nazionali, tanto che i sindaci spesso si unirono ai cortei e i ministri della Repubblica manifestarono esplicitamente il loro appoggio alle manifestazioni mediante dichiarazioni pubbliche».

Un incoraggiamento, che secondo il Tribunale di Nuoro siccome proveniente dalle autorità «avrebbe potuto agevolmente determinare in soggetti (eventualmente non particolarmente istruiti e comunque non esperti di diritto) la convinzione che la manifestazione, al di là del mancato rispetto di qualche formalismo burocratico, fosse sostanzialmente giusta o quantomeno non penalmente rilevante».

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