Non messa nel conto, forse. Ma c’erano tutti i segnali di un pericolo di evasione dal carcere di “massima sicurezza “di Badu ‘e Carros, a Nuoro. Un rischio che nei giorni scorsi si è concretizzato con la spettacolare fuga del boss della mala pugliese, Marco Raduano (QUI LA NOTIZIA).  

Sono agli atti le denunce dei sindacati della polizia penitenziaria, che lamentavano carenze di organico e nei sistemi di sicurezza. Circola anche il documento della direzione delle carceri, con la quale si chiedeva la rimozione della dirigente degli agenti, Manuela Cojana, che aveva denunciato carenze di organico e inefficienze strutturali. Il suo incarico è terminato, e lei ha subito procedimenti per altre vicende disciplinari, sfociate in inchieste penali.  

Sembrano  non accolti gli appelli e le richieste di intervento da parte dei rappresentanti degli agenti. 

«Sembra che adesso tutti cadano dalla nuvole», dichiara Michele Cireddu, segretario generale della UilPa- Polizia penitenziaria della Sardegna, «si fa finta di non essere a conoscenza della carenza di 50 agenti rispetto all’organico previsto e  dei presidi di sicurezza: importantissimi, ma sguarniti».

Sul muro di cinta scavalcato da Raduano dovevano essere impiegate sei unità in ogni turno, «quando andava bene ce n’era una sola», afferma il sindacalista, «era prevista anche una pattuglia automontata, ma veniva impiegata difficilmente». Non solo: la sala regia «era sguarnita negli orari serali e notturni». L’evaso, che era impiegato nella biblioteca, per mesi ha osservato le dinamiche. E sapeva che c’erano le telecamere, «ma non è che ci fosse un agente addetto al controllo che dormiva. Non c’era proprio».

Sono agli atti le denunce dei sindacati della polizia penitenziaria, che lamentavano carenze di organico e nei sistemi di sicurezza. E nero su bianco si trova anche il provvedimento col quale il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per la Sardegna, nel 2021, chiedeva la rimozione dell’allora capo degli agenti del carcere nuorese, il commissario Manuela Cojana: lei aveva denunciato delle distorsioni, gli organici scarsi e i problemi strutturali, come la vetustà dell’impianto anti-scavalcamento, che molto ha favorito Raduano.

Per questo era entrata in conflitto con la direzione del penitenziario. Alla fine, le era stata contestata la “cattiva gestione dell’istituto”, si legge nella relazione, redatta dopo l’invio di una segnalazione alla Procura di Nuoro. La dirigente era stata classificata come “non idonea a svolgere l’incarico”.

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