Mercoledì prossimo il consiglio comunale di Macomer è stato convocato per deliberare, in via d'urgenza, l'adesione del Comune alla Rete Sprar (Sistema per la Protezione dei Richiedenti Asilo e Rifugiati), per l'accoglienza dei migranti.

Con questa adesione, si prevedono forme di micro-accoglienza diffusa fino ad un massimo del 3 per cento della popolazione, quindi a Macomer saranno accolti 30 migranti.

Automaticamente scatta quindi la clausola di salvaguardia che esclude il Comune dalla presenza di altre strutture di accoglienza, ritenute invasive e ghettizzanti, come quella che si vorrebbe allestire nell'ex Motel, dove si sta procedendo con gli arredi e dove si possono ospitare invece oltre 100 migranti.

L'adesione alla rete Sprar è stata votata a maggioranza anche dall'assemblea dell'Unione dei Comuni del Marghine, il cui presidente Antonio Succu (sindaco di Macomer), ha già inviato la lettera di adesione all'Anci e alla Prefettura, per l'attivazione della clausola di salvaguardia, alla quale sono interessati otto comuni del Marghine e non vi aderiscono invece quello di Lei e Noragugume.

Il minimo stabilito dal ministero, tuttavia, non viene accettato da alcune forze politiche, primo fra tutti il Movimento Cristiano, con la candidata sindaco Gina Falchi, che respinge qualsiasi forma di accoglienza, alla quale rispondono con un documento unitario il deputato Michele Piras e il giovane dei Dem Daniele Nieddu.

"Accogliere, proteggere, promuovere e integrare, sono le parole di Papa Francesco, non di un facinoroso estremista di sinistra - è scritto nella nota -. Siamo certi che una comunità civile, democratica e accogliente come quella di Macomer saprà scegliere il meglio alle prossime elezioni. E siamo convinti che la politica-spazzatura che pensa di lucrare seminando odio si infrangerà sul voto degli elettori".
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