Da Cagliari fino alla chiesetta romanica della spiaggia di Nora, luogo del martirio, con tappe intermedie a Capoterra, Sarroch, Villa San Pietro e Pula. E poi lo stesso itinerario in direzione opposta, con arrivo alla chiesetta di Stampace.

È stato inaugurato oggi, proprio nella piazza della chiesa di Stampace e alla presenza dell’assessore regionale del Turismo Gianni Chessa, il Cammino di Sant’Efisio. Si va da Cagliari a Nora sulle orme del martire protettore dell’Isola, «a passo lento tra bellezza, identità e devozione» come recita lo slogan del progetto della Regione.

«Una delle più lunghe e suggestive processioni del Mediterraneo, occasione speciale per promuovere un itinerario che coniuga le dimensioni spirituale e culturale in luoghi dove è profonda la devozione per il Santo più amato dai sardi».

L’inaugurazione di questa mattina si è svolta nell’ambito del progetto “Noi camminiamo in Sardegna”, manifestazione promossa dall’assessorato al Turismo che si svolgerà fino a sabato 7 ottobre.

Il percorso progettuale del Cammino di Sant’Efisio è partito un anno fa, attivato con decreto dell’assessore, in sintonia con la Conferenza episcopale regionale, la Diocesi di Cagliari, l’Arciconfraternita di Sant’Efisio e coi Comuni coinvolti lungo il pellegrinaggio.

Il percorso bidirezionale è lungo 80 chilometri, ma raggiunge i 100 con la visita ai luoghi storici di devozione del Santo. Diviso in quattro tappe, nasce dalla tradizionale processione che dall’1 al 4 maggio rievoca le vicende, risalenti all’inizio del IV secolo, del Santo guerriero e lo scioglimento del voto a lui rivolto durante la pestilenza del 1652.

Il progetto “Noi camminiamo in Sardegna”, spiega l’assessore, «si inserisce nel segmento del turismo lento e sostenibile, nel quale i cammini, le destinazioni di pellegrinaggio e i borghi rappresentano una proposta turistica unitaria, orientata ad integrare l’ormai consolidato turismo balneare».

L’iniziativa attraverserà più di 70 comuni e vi prenderanno parte circa 500 persone tra giornalisti, videoreporter specializzati, camminatori e guide. «Proponiamo un modello originale per sperimentare e definire il livello di fruibilità dei cammini e degli itinerari spirituali, così da poterli promuoverli sul mercato nazionale ed internazionale», conclude Chessa.

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