Da collina dei Giganti a pozzo senza fondo il passo è breve. Il cartello dei «Templari Romanici» inneggia ancora lo sfregio davanti a Mont’e Prama. Le intimazioni della Fondazione a rimuovere “immediatamente” quell’insegna coloniale maldestramente riposta sul cancello d’ingresso degli scavi abbandonati hanno avuto l’effetto di un petardo, giusto il tempo di un modesto sussulto di facciata. La vicenda delle spese milionarie per promuovere il “sito che non c’è” ricordano per molti versi una storia passata.

Cacao Meravigliao

Renzo Arbore, nella celebre trasmissione “Quelli della notte”, lanciò inavvertitamente un marchio passato alla storia: “il Cacao Meravigliao”. Il giorno successivo al lancio in prima serata la delusione dei potenziali clienti acquirenti in fila davanti ai negozi di mezza Italia fu cocente. Qualche commerciante fu persino costretto ad apporre nelle vetrine il cartello: non si vende Cacao Meravigliao, perché non esiste. Mont’e Prama non è un prodotto che si vende in un supermercato, ma la sua promozione deve essere dimensionata alla reale fruibilità del patrimonio archeologico che si vorrebbe far conoscere. In questo caso eccedere, spendere e spandere pubblicità, senza avere un prodotto fruibile e compiuto per il grande pubblico, significa non solo dilapidare risorse pubbliche, ma provocare un danno indelebile rispetto a chi magari si avventura a cercare il primordiale sito dei Giganti, la loro vera casa.

Dopo il Pecorino i Giganti

Negli anni passati il Cagliari, la squadra dei Sardi, era sponsorizzata dal marchio “Pecorino Romano”, un’economia importante radicata nell’Isola dei Nuraghi. La Regione, per promuovere un prodotto orizzontale e di largo consumo, aveva marchiato le maglie dei beniamini dei campi di calcio. Sponsorizzazioni importanti, centinaia di migliaia di euro, che servivano, senza poterlo dire, anche a sostenere economicamente la stessa squadra di calcio. Era, il Pecorino Romano, un prodotto che si trovava ovunque. Quello spicchio di formaggio nostrano ora ha lasciato lo spazio ad un’effige dei Giganti di Mont’e Prama, impressa nelle maglie sociali dei rossoblu. In molti hanno pensato ad un riconoscimento “gratuito” all’antica storia del Popolo Sardo. In realtà è ben altro. La Fondazione Mont’e Prama, infatti, colpita dalla smania di accompagnare la squadra in ogni trasferta, ha deciso la sua più imponente spesa, ben 260.000 euro di sponsorizzazione del Cagliari Calcio Spa. Quattro tranche per il pagamento: 100 mila euro subito, alla stipula del contratto. Sessanta mila entro il 31 dicembre scorso, altri 50 mila entro il 28 febbraio e altrettanti entro il 30 aprile prossimo. In pratica un quarto del bilancio della Fondazione, se si esclude l’organizzazione di Archeologika 2022. Il tutto con tanto di accompagnamento plurimo nelle trasferte in giro per l’Italia, sia di amministratori che dipendenti della Fondazione.

Calcio & basket

I Giganti, però, non amano solo il tappeto erboso, non quello delle erbacce di Mont’e Prama, ma anche il parquet dei campi di basket. Dopo aver elargito i 260 mila euro al Cagliari, per bilanciare, la Fondazione ha deciso di investire anche nel basket. La delibera del 4 ottobre scorso recita: accordo convenzione Dinamo Basket Sassari. Altri 260 mila euro. Tutto per promuovere una Collina dei Giganti ridotta ad un campo di patate e un Museo da realizzare ridotto a cantiere abbandonato, con ritardi dei lavori di cui si è perso il conto per un progetto di 5 anni fa e finanziato da ormai più di dieci. Promuovere qualcosa che non si può vedere, che non esiste, che non è correttamente fruibile, con tanto di piano strategico è semplicemente una corsa ad apparire, che provoca più danni che altro. Il pozzo finanziario di Mont’e Prama è un elenco senza tregue di spese imponenti, tutte protese a comunicazione e consulenze.

La torre pendente

Tra questi spicca l’incarico, sempre a trattativa diretta, per l’attività di «Elaborazione del concept, scenografia e progettazione di allestimenti – supporto tecnico». A beneficiare di questa nuova spesa, ben 148 mila euro, uno sull’altro, è ancora una volta l’Opificio Innova, una società chiave in questo sistema di incarichi che ruotano intorno alla Fondazione Mont’e Prama. La società, infatti, fa capo al titolare, Raimondo Schiavone, noto Mondino, proprietario del 61 per cento della società “Opificio Innova srl” , attraverso “Primaidea srl” di cui detiene il 100% delle quote. Sommando gli incarichi ottenuti negli ultimi mesi dal solo filone sardo di questa “holding” si arriva a 194.262 euro, a cui però vanno aggiunte le connessioni con il sistema di Pisa. Primaidea srl, infatti, è concatenata con la «Gate Real Estate», posseduta al 61% dalla società S.E.T. di Pisa che, sempre dalla Fondazione, ha avuto il cospicuo incarico per la «progettazione e contenuti video e multimediali per Archeologika 2022» per un importo di 91.150 euro, ai quali si aggiungono i 57.950 euro affidati alla Fabivision, sempre di Pisa, collegata con un 10% alla stessa S.E.T. srl, tutte ubicate nello stesso stabile della città della torre pendente.

Castello societario

Il castello societario, tra Cagliari e Pisa, ha, dunque, ottenuto incarichi dalla Fondazione di Cabras, per ben 343 mila euro. E a proposito di “cacao meravigliao” non potranno sfuggire le smanie di grandezza nell’affidare la bellezza di 60 mila euro per la pubblicità sul Corriere della Sera per due pagine del quotidiano numero uno. Nessuno, ovviamente, si è posto il tema dei costi-benefici di quella pubblicità, sia per la vastità del mercato sia per il costo. Nessuno ha, per esempio, valutato l’efficacia di due pagine pubblicitarie sul “Corriere” per un sito archeologico ancora contrassegnato dal cartello degli “Itinerari dei Cavalieri Templari” e da un museo ancora a ranghi ridotti, frazionato in mille rivoli. Altrettanto dicasi per altri 60 mila euro affidati alla rivista «Bell’Italia in viaggio». Una volta arrivati a Mont’e Prama, i lettori della rivista, troverebbero un campo arato e niente più. Che dire dell’incarico per il sito web della Fondazione ad una società di Milano per la cifra di 32 mila euro o quella affidata alla società Relive Comunication di Cagliari, quella dello spot dei Mamuthones sott’acqua, che ha ottenuto un incarico tanto generico quanto remunerativo. Per un indefinito «servizio di comunicazione e promozione» ha, infatti, ricevuto un contratto di 46 mila euro.

Magazine patinato

Non poteva mancare la rivista patinata, quadricromia, con carta pesante, alla faccia dei Cavalieri Templari. Le cifre sono dispiegate in più delibere, ogni edizione pare ci sia un tipografo diverso. Le prime due edizioni, il numero 0 e il numero 1 sono stati affidati per 1.000 copie ciascuna alle Nuove grafiche Puddu di Ortacesus. In tutto 9.000 più iva, compresi depliant di materiale informativo. Per il secondo numero, per la stampa di 5.000 copie, cambia la tipografia, la Sigma Industrie Grafica per un importo di 11.450 euro. C’è di più. Per distribuirla ci sono da sborsare altri 20.000 euro,per la Giunti Editori di Firenze.

Da Milano per il lavoro

Non poteva mancare la società di lavoro interinale. La missione oggetto dell’incarico è in burocratese: «somministrazione di personale», quasi fosse una bevanda. In realtà si tratta di assunzioni a tempo di personale dedito, come se non bastassero gli incarichi affidati a trattativa diretta, ad attività di comunicazione e segreteria organizzativa e addirittura a “rapporti con istituzioni”. Per cercare giovani da assumere attraverso contratti a termine la Fondazione, quella di Cabras, è andata sino a Milano, dalla E-Work S.pA., insomma, per qualche posto di lavoro part-time in Sardegna si passa dalla Padania. Nell’elenco delle spese non manca il commercialista, arriva addirittura da Macomer, e dovrà, per 52 mila euro, seguire la contabilità della Fondazione. Convenzione anche per l’avvocato che da Oristano dovrà essere di «supporto alle attività del Presidente», in questo caso per 12 mila euro.

Autista & missioni

Infine, i viaggi all’estero e non solo, con tanto di autista convenzionato per il trasporto dei signori della Fondazione, andata e ritorno, da Cabras per l’aeroporto di Cagliari-Elmas. La delibera lo dice esplicitamente: «considerato che l‘attività della Fondazione prevede di effettuare diverse missioni da parte del Presidente e dei componenti dello staff, al fine di partecipare a manifestazioni di carattere nazionale e internazionale, sia in ambito turistico che archeologico» si ravvisa la necessità di una macchina con autista per accompagnare la delegazione in aeroporto. Nei prossimi mesi, è scritto nella delibera, si prevedono ben 19 missioni. Del resto ci sono da seguire le trasferte del Cagliari e della Dinamo, i viaggi del Gigante e quant’altro. Con quello che costano le sponsorizzazioni perché negarsi una missione al seguito dei beniamini? Del resto i Cavalieri dei Templari Romanici, quelli del cartello di Mont’e Prama, erano degli assidui viaggiatori, ma non avevano l’autista. A Mont’e Prama, i Giganti, quelli sottoterra e non solo, attendono la fine delle vacanze. Per adesso lì dentro è vietato entrare.

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