Il giorno dopo l’incendio che gli ha distrutto l’azienda florovivaistica, il primo segno è il buco vuoto nel mercato settimanale del sabato di Serramanna: proprio nello stallo riservato alla bellissima bancarella di fiori e piante di Enrico Addis e Patrizia Conti.

Il secondo gli attestati di solidarietà, manifestati di persona ai due imprenditori e sui social dove già si lavora per trovare la chiave giusta (c’è chi propone un contro corrente apposito, una post pay, ma si parla anche di questua) per rendere concreta quella che sembra richiamare Sa Paradura: l’usanza tra i pastori di dare qualche capo per aiutare un collega o amico in difficoltà.

Per il resto l’aspetto più eloquente del dramma che ha colpito Enrico e Patrizia sono le lacrime dell’uomo, 51 enne, davanti a resti ancora fumanti delle sue serre bruciate.

"Mi viene voglia di andare via, ma dove vado? Oggi sto realizzando quello che ci è successo: 25 anni di lavoro andati in fumo. Non so cosa fare, da quale parte ricominciare".

Al chilometro tre della Statale 196 Dir dove, al posto del verde della bella azienda di Enrico Addis e della moglie, c’è ora solo una distesa di cenere, arrivano in tanti. Amici, agricoltori, allevatori: tutti a portare solidarietà e una parola di coraggio al vivaista messo in ginocchio da un incendio devastante e improvviso, appiccato in un campo poco distante dall’azienda.

"In mezz’ora ho perso tutto", ripete l'uomo, che ringrazia tutti della solidarietà, e spera in un aiuto: "Io non ho mai chiesto nulla a nessuno, ma ora da solo non posso farcela".

Il paese è scosso per quanto accaduto, e qualcuno già si muove. "Dopo quello che è successo ai nostri sfortunati compaesani propongo di dimostrare quanto realmente siamo uniti, dandogli una mano, sia economicamente sia con mezzi e manodopera", la voce di Simone Piras viaggia su Facebook e raccoglie una valanga di consensi: "Io ci sto".

Ignazio Pillosu

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