Dopo otto anni da quel drammatico 2015,  Magomadas si è riappropriata del  “suo”  centro sociale.  E lo stesso taglio del nastro, affidato ad un bambino, ha rappresentato non solo simbolicamente la rinascita di una comunità. Il sindaco Emanuele Cauli, che aveva invitato a raccolta tutto il paese è stato accontentato: «L’amministrazione comunale ha lavorato perché lo stabile», ha detto il primo cittadino, «fosse reso efficiente, sicuro e disponibile all’uso dei legittimi proprietari, i cittadini. Adesso noi continueremo ad impegnarci perché non manchino gli stimoli e le opportunità di incontro e di crescita. Alla popolazione il compito di usarlo, frequentarlo, fruire dei servizi ed aiutarci a migliorarlo».

Il primo cittadino, anche con po’ di commozione,  ha voluto ringraziare tutti: «La presenza dei sindaci delle comunità vicine, delle Forze dell’Ordine, delle autorità provinciali ha sancito l’impegno collettivo di vigilanza ed attenzione a che il tempo e l’incuria non prendano mai più il sopravvento».

Numerosi  gli eventi nel giorno dell’inaugurazione, che andranno avanti per tutta la primavera sotto la direzione di  Ambra Pintore. La stessa artista ha  ribadito «il ruolo civile e politico di una cultura che deve migliorare la vita dell’uomo, favorirne le espressioni di libertà e creatività, agevolarne la capacità di dialogo e confronto sì che ciascun individuo sia più preparato a sentirsi parte connotante, attiva e responsabile della comunità nella quale si trova a vivere. Adesso quanto abbiamo immaginato, con le nostre arti, è nella riflessione della comunità».

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