La protesta alla stazione di Cagliari:niente pulizie, i treni si fermano
Salta il servizio di pulizia e manutenzione, si fermano 25 treni su 182 in programma. E Trenitalia denuncia «ingenti danni» causati dallo sciopero dei dipendenti della Geas.Un convoglio ferroviario deve fare il tagliando, esattamente come le automobili. E le scadenze sono precise: dopo 15.000 chilometri bisogna pianificare una revisione completa, alla fine di ogni viaggio si controlla la pressione dell'olio, i ceppi dei freni vanno sostituiti ogni 10.000 chilometri, la pulizia delle carrozze tutti i giorni. Quindi ogni treno ha una scadenza, un po' come uno yogurt: più va avanti e più si avvicina il momento in cui dovrà fermarsi.
Ieri questo è successo a 25 convogli in tutta l'Isola, ma oggi il numero è destinato ad aumentare, visto che ogni locomotiva in circolazione sui binari sardi sta andando incontro a un blocco inevitabile. Ecco spiegato perché lo sciopero dei lavoratori della Geas - la società che ha in appalto la pulizia e alcuni passaggi fondamentali per la manutenzione - ha iniziato a produrre i suoi effetti solo da mezzogiorno in poi.
I NUMERI DELLO SCIOPERO Prima i treni hanno circolato quasi regolarmente, visto che le cancellazioni (6 su 60) non hanno superato il 10 per cento dei collegamenti in programma. Media che non si è alzata di molto se a fine giornata le Ferrovie dello Stato hanno comunicato lo stop di 25 treni su 182 previsti per ieri, poco più del 13 per cento. I disagi, a parte qualche eccezione, durante la mattinata sono stati abbastanza limitati: «Alcuni convogli sono stati sostituiti con autobus, perché non in condizioni igieniche tali da effettuare il servizio», comunicano dalla direzione regionale.
STAZIONE DEGLI AUTOBUS Per rendersi conto degli effetti dello sciopero basta attraversare la strada: «Un aumento delle richieste di informazioni? Certo: oggi tanti sono partiti in pullman per via dello sciopero», raccontano allo sportello dell'Arst in piazza Matteotti. Tornare a Carbonia, dicono, è stato un incubo: «Dovrò aspettare fino alle 20, prima non ci sono corse purtroppo», spiega una ragazza in attesa di fronte al Mc Donald's. In sottofondo, un suono di trombette e fischietti perpetuo in arrivo dalla terrazza della stazione.
DISINFESTAZIONE SCADUTA I problemi però non si limiterebbero solo alla cancellazione di alcune corse. Anche i treni che sono riusciti comunque a partire avrebbero qualche neo. Secondo i lavoratori del Gruppo Mazzoni in questi giorni molti convogli sono partiti nonostante la disinfestazione sia scaduta da tempo: «Diversi treni hanno viaggiato nonostante l'ultimo intervento risalga a più di un mese fa», denuncia al telefono Davide Fenu, da sei giorni sul tetto dell'edificio in piazza Matteotti.
E a voler essere realisti, la situazione può solo peggiorare. Lo ammette Trenitalia, che specifica: da oggi «si prevede un ulteriore aumento delle cancellazioni. Parte dei treni cancellati saranno sostituiti con autobus». In più, dal fronte delle trattative sindacali non arrivano buone notizie, anzi: ieri è fallita la trattativa con la nuova impresa che è subentrata alla Geas nell'appalto. I lavoratori, in tutto 116, sarebbero troppi: il consorzio di imprese “Nord Servizi - Agrifoglio” avrebbe programmato di garantire pulizia e manutenzione con un taglio di circa 40 dipendenti. La battaglia proseguirà oggi: una novità potrebbe arrivare dall'incontro tra l'assessore regionale ai Trasporti Angelo Carta, rappresentanti dei lavoratori e organizzazioni sindacali. Al centro del discorso c'è un appalto da 2,7 milioni di euro, legato alla pulizia e a parte della manutenzione di locomotive e carrozze. Un importo che, dicono i sindacati, «è stato diminuito del 50 per cento». I problemi inizierebbero qui, per trasformarsi strada facendo in esuberi, tagli, scioperi e proteste varie. L'ultima puntata è stata ieri a Sassari, dove 22 operai della Geas hanno occupato il tetto della stazione.
I DANNI Nel frattempo, la direzione regionale delle Ferrovie dello Stato sottolinea gli «ingenti danni economici e di immagine subiti da Trenitalia a causa della protesta» e soprattutto «la sua completa estraneità alla vertenza sindacale». Cancellare 25 treni significa perdere centinaia di biglietti e creare malumori - che spesso si traducono in richieste di rimborso - agli abbonati. Non solo: Trenitalia non è ancora riuscita a mettere le mani sugli «oltre 943 mila euro» che il Gruppo Mazzoni, a cui fa capo la Geas, deve da tempo alla Spa controllata dal ministero dell'Economia.
MICHELE RUFFI