I sindacati rilanciano la vertenza Sardegna con una grande giornata di mobilitazione. Il 5 febbraio manifestazione a Cagliari con un corteo che partirà da piazza Giovanni 23esimo e si concluderà in piazza Jenne per gli interventi di chiusura. Cgil Cisl e Uil chiedono un nuovo piano di Rinascita, basato sulla 'nuova occupazione' e pongono lil principio dell'insularità come 'istituzionale'. Ne chiedono cioè la valenza 'costituzionale' per consentire all'isola di beneficiare di agevolazioni economiche e tariffarie senza incorrere nelle osservazioni dell'Unione Europea.

DI NUOVO A ROMA. Una manifestazione istituzionale venerdì a Roma e la richiesta di un tavolo immediato al ministero dello Sviluppo Economico: questo ha deciso ieri mattina il fronte politico-istituzionale-sindacale riunito a Portovesme per scongiurare la fermata dell'Alcoa. Nel frattempo la multinazionale americana ha avviato ufficialmente la procedura di cassa integrazione. Complessivamente tutta la procedura dovrebbe durare 25 giorni e quindi andrà oltre il 17 gennaio, data entro la quale l'azienda si è riservata di decidere sulle proposte del Governo per l'abbattimento dei costi energetici.

È ormai un conto alla rovescia, ma Regione, parlamentari, Provincia, sindaci, organizzazioni sindacali e lavoratori non hanno intenzione di aspettare le decisioni finali del consiglio di amministrazione di Alcoa con le mani in mano. E infatti il vertice che si è svolto ieri mattina in fabbrica ha avuto il carattere dell'operatività.

CAPPELLACCI: SUBITO UN TAVOLO «Chiederemo subito l'attivazione del tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico - ha detto il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, presente ieri a Portovesme - affinché Alcoa sia chiamata una volta per tutte a dare risposte chiare sul futuro dell'impianto». Il governatore ha lanciato anche un messaggio chiaro alla multinazionale americana: «Qualora dovesse emergere in via definitiva l'intenzione scellerata di dismettere lo stabilimento - ha continuato Cappellacci - l'impresa sappia a quale conseguenze va incontro: chiederemo noi per primi che venga escussa la fideiussione; in più ho appena dato mandato all'Agenzia regionale per l'Ambiente di fare un check-up completo delle conseguenze ambientali dell'attività della multinazionale, affinché quest'ultima sia eventualmente chiamata a risponderne».

LE ACCUSE DELLA LOMBARDO Molto critica nei confronti di Alcoa è stata anche il presidente del Consiglio Regionale, Claudia Lombardo. «La mancanza di manutenzioni, di investimenti e di un piano industriale rende manifesta la volontà di Alcoa di chiudere - ha detto - Ma abbiamo il dovere di fare tutto il possibile perché Alcoa receda dall'intenzione di smobilitare. Altrimenti con il Governo si dovranno valutare eventuali altre aziende interessate a rilevare lo stabilimento. E' il momento di mantenere i nervi saldi e continuare con questa azione sinergica ed unitaria».

SINDACATI E PALAZZO CHIGI Le organizzazioni sindacali chiedono che per la vertenza Alcoa sia convocato immediatamente un tavolo alla presidenza del Consiglio. «Solo così riusciremo a stanare Alcoa e a farle scoprire le carte», dice Rino Barca, segretario della Fsm Cisl. Per Franco Bardi, segretario della Fiom Cgil, «il nostro obiettivo è salvare gli impianti e i posti di lavoro, non importa se con o senza Alcoa».

«L'AZIENDA PARLI CHIARO» Secondo l'assessore alla Programmazione Giorgio La Spisa, «le soluzioni sono sotto gli occhi di tutti». Per questo, «ora l'azienda deve parlare chiaro e dire quali siano le sue reali intenzioni: le tariffe prospettate sono intorno ai 30 euro e lo strumento otterrà quasi certamente il via libera della Commissione Europea». Tore Cherchi, sindaco di Carbonia, lancia l'idea di una grande mobilitazione territoriale che unifichi tutte le vertenze in corso, ricordando che nel Sulcis « i cassintegrati sono più di 2500». Francesco Sanna, senatore del Pd, invita il Governo a fare del caso Alcoa «una questione di geo-politica, con la convocazione dell'ambasciatore americano», mentre Giampaolo Diana chiede l'istituzione di un tavolo presso la presidenza del Consiglio e invita l'Alcoa ad assumersi le sue responsabilità.

Oggi è previsto un nuovo incontro a Roma tra la multinazionale americana, Enel e ministero.

ANTONELLA PANI
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