C’è l’incubo della siccità a spaventare il nord Sardegna e il Sulcis, dove l’assenza di piogge e gli invasi vuoti hanno fatto sprofondare i territori nell’emergenza idrica. Una situazione ancora non esplosa nella sua drammaticità, ma che rischia di portare a una serie di restrizioni.

Il riempimento, infatti, è uno dei più bassi degli ultimi 25 anni, con meno di 906 milioni di metri cubi d’acqua a fronte di una capienza da 1824 milione di metri cubi: tradotto, meno della metà. 

E intanto qualcosa già si muove, col vincolo delle risorse presenti negli invasi attraverso delle quote dal Comitato istituzionale dell'Autorità di Bacino regionale: quelle del Temo-Cuga, con 3 milioni di metri cubi per approvvigionare i potabilizzatori di Alghero Monte Agnese e Truncu Reale, l’invaso del Monte Lerno, con mezzo milioni di metri cubi vincolato per il nord ovest, l’area dell’Isola in maggiore sofferenza, e quello del Rio Leni, con 2,7 milioni di metri cubi d’acqua per il potabilizzatore di Villacidro. Non solo.

Per approvvigionare i distretti del Consorzio di bonifica della Sardegna Meridionale, sono vincolati 32 milioni di metri cubi nell’invaso del Tirso a Cantoniera, mentre 500mila metri cubi d’acqua di Punta Gennarta sono per gli usi potabili della città di Iglesias, oltre al vincolo su 8 milioni e mezzo di metri cubi nell'invaso del Cixerri a Genna Is Abis.

Il tavolo, convocato d’urgenza dall’assessore regionale dei Lavori pubblici Pierluigi Saiu, nasce proprio con l’intento di individuare una soluzione alla possibilità che una larga parte della Sardegna rimanga senz’acqua. 

(Unioneonline)

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