In due anni di pandemia oltre 2mila morti in Sardegna, come se fosse scomparso un piccolo paese
I primi due decessi si sono verificati il 15 marzo 2020, uno aveva 43 anni
(Ansa)
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Sono passati due anni da quel 15 marzo 2020 quando la Sardegna ha dovuto contare i suoi primi due decessi per Covid. La pandemia era all’inizio, le armi per combatterla erano poche, a parte il durissimo lockdown di due mesi imposto dal governo Conte.
Le prime due vittime dicevamo: un 43enne titolare di un not bar cagliaritano ricoverato al Ss. Trinità dopo un viaggio di lavoro a Rimini, e un paziente che soffriva di altre patologie ed era ricoverato da 20 giorni in Cardiologia al Santissima Annunziata di Sassari.
Allora il vaccino era un’illusione, i decessi ancora pochi perché la prima ondata, che colpiì in maniera dirompente il Nord Italia, risparmiò il Centro, il Sud e le Isole.
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, e di morti ce ne sono stati tanti, quasi un intero piccolo paese dell’entroterra scomparso: 2.117 le vittime sarde del virus, in gran parte anziani. Delle tre vittime odierne il più giovane aveva 60 anni.
Il numero maggiore di morti per Covid in un giorno, ma solo in base ad un ricalcolo effettuato in quelle ore, è stato registrato il 4 dicembre 2020 (49) e, in seguito, il 16 dicembre dello stesso anno con 23 morti in 24 ore. Nel 2021 il picco giornaliero è arrivato l’8 e il 13 gennaio con 15 decessi, nel 2022 il 10 febbraio con 14 decessi.
(Unioneonline/L)