Il medico non le dà un farmaco vitaleAnziana muore in ospizio a Selargius
Al momento di comunicare al collega quali medicinali somministrare alla paziente che lascia quella casa di riposo per un'altra, il medico dimentica di inserire nella lista un farmaco fondamentale per la sopravvivenza della donna. Risultato: l'anziana muore in ospedale il 19 febbraio 2008, diciassette giorni dopo il trasferimento.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Al momento di comunicare al collega quali medicinali somministrare alla paziente che lascia quella casa di riposo per un'altra, il medico dimentica di inserire nella lista un farmaco fondamentale per la sopravvivenza della donna; il secondo camice bianco da parte sua non si accorge di questa mancanza, nonostante nella cartella clinica siano ben specificate le patologie della ricoverata e la donna abbia con sé alcune di quelle pastiglie. Risultato: l'anziana muore in ospedale il 19 febbraio 2008, diciassette giorni dopo il trasferimento.
INDAGATA Sulla base di questa ricostruzione, presentata sotto forma di denuncia in Procura dall'avvocato Carlo Monaldi, legale della famiglia della vittima (Rosina Madeddu, 75 anni), gli inquirenti un anno e mezzo fa hanno aperto un'inchiesta che ha portato ora all'iscrizione nel registro degli indagati di una persona: Paola Fanari, direttore sanitario della Residenza sanitaria assistita di Selargius "Stefania Randazzo", ospizio nel quale inizialmente si trovava la paziente. La dirigente al momento deve rispondere di omicidio colposo: era stata lei a compilare l'elenco che non comprendeva il farmaco salva vita. Dell'inchiesta invece non fanno parte medici o dirigenti della "Villa Giovanna", la casa di cura di Sinnai dove la vittima si era trasferita e in cui nessuno le aveva somministrato quel medicinale fondamentale.
LA CAUSA LEGALE Allo stato attuale dunque gli inquirenti hanno addossato la responsabilità unica a chi conosceva in precedenza le patologie della paziente e avrebbe dovuto fornire ai nuovi medici la lista completa di farmaci da utilizzare. Ma la vicenda in realtà ha ancora lati oscuri, e alle parti restano dubbi sul fatto che la morte sia effettivamente sopraggiunta per il mancato utilizzo dell'antiepilettico "Gardenale" (Rosina Madeddu era affetta da epilessia, Alzheimer e disturbi comportamentali). Così oggi in Tribunale si terrà l'incidente probatorio: il giudice per le indagini preliminari nominerà due periti, e l'avvocato difensore Massimiliano Ravenna incaricherà a sua volta un consulente, perché studino le cartelle cliniche e le documentazioni conservate dalle due case di riposo e dall'ospedale San Giovanni di Dio (dove la donna era morta il 19 febbraio 2008 per un «ictus ischemico preceduto da ritardo miocardico, demenza vascolare, epilessia e ipertensione arteriosa») nel tentativo di stabilire con certezza cosa sia accaduto ormai quasi tre anni fa. Poi, sulla base di queste risultanze, pubblica accusa, difesa e giudice decideranno quali altre iniziative intraprendere.
ANDREA MANUNZA