Ogni anno Abbanoa immette nella rete idrica circa 250 milioni di metri cubi d’acqua: “Di questi, appena 112 vengono consegnati agli utilizzatori finali, mentre le perdite ammontano a 138 milioni di metri cubi”. Eccole le perdite delle condotte della Sardegna, certificate da una delibera della giunta regionale appena approvata. Partendo dal gigantesco buco nell’acqua, il provvedimento dà il via libera a una negoziazione con la Commissione europea per arrivare a una proroga dell’affidamento della gestione del servizio idrico integrato dell’Isola: la Spa a controllo pubblico è la titolare esclusiva fino al 31 dicembre del 2025, poi la concessione dovrebbe essere affidata con gara pubblica. La giunta vuole uno slittamento sino alla fine del 2028. 

L’apparente paradosso è spiegato nelle cinque pagine del provvedimento adottato da Villa Devoto, sotto la guida del vicepresidente Giuseppe Fasolino. 

Il 70,94% del capitale di Abbanoa, si legge,  “è attualmente, detenuto dalla Regione,  la quota restante dai Comuni. La Spa gestisce il servizio idrico sulla base di una convenzione la “cui durata è stabilita in 24 anni decorrenti dal 31 dicembre del 2004”. Quindi la scadenza naturale era prevista per il 2028. Ma “nel corso del 2012, Abbanoa ha attraversato una crisi finanziaria, che ha portato alla concessione degli aiuti al salvataggio e alla ristrutturazione autorizzati dalla Commissione europea" nel 2013.

Per dare l’ok al soccorso pubblico che rischiava di distorcere il mercato, però, l’Europa aveva imposto delle condizioni: tra queste, concessione in scadenza nel 2025 e obbligo di una gara pubblica per trovare un gestore dell’acqua per il periodo successivo. 

Le date si stanno avvicinando. Ma intanto Abbanoa è diventata destinataria di un finanziamento del Pnrr da 59 milioni di euro: soldi da usare per  tappare le falle nelle condotte di 15 comuni “caratterizzati da un elevato tasso di dispersione idrica, da realizzarsi mediante una serie di interventi manutentivi atti ad apportarne una riduzione pari al 5,7%”.

Lavori che devono essere inderogabilmente conclusi entro il 31 marzo del 2026. Quindi, scrive la Regione, “oltre il termine di scadenza della concessione del Servizio idrico integrato convenuto in sede di autorizzazione all'aiuto e indicato nella  decisione della Commissione europea”. Insomma: si rischierebbe un passaggio di consegne proprio mentre vengono realizzati importanti interventi sulla rete colabrodo.  

Ecco quindi la decisione di “avviare un'interlocuzione con la Commissione europea finalizzata alla rinegoziazione del termine di scadenza della concessione del

Servizio idrico al fine di garantire il rispetto dei tempi per l'efficace realizzazione degli interventi previsti nel Pnrr”.

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