Un tempo erano percorsi ogni giorno da minatori e cernitrici, uomini e donne diretti in miniera o alle laverie per una giornata di lavoro. Con la fine dell’epopea mineraria la vegetazione e l’oblio avevano cancellato i sentieri: ora i volontari dell’associazione Villaggio Normann li hanno riscoperti e, con l’autorizzazione di Forestas, il via libera dei Comuni di Gonnesa e Iglesias e la supervisione del Club Alpino italiano, stanno per lanciarli nella Res, la rete escursionistica sarda.

Il lavoro

Cinquanta chilometri di sentieri minerari sono stati ripuliti, sistemati e riaperti dai volontari: otto sentieri e sette varianti che ruotano intorno al villaggio Normann e si dirigono verso Monteponi, Monte Agruxiau, Bindua, Gonnesa, Villaggio Asproni, Seddas Modditzis, Monte Scorra, Nebida, tutti da percorrere a piedi alla riscoperta di luoghi della memoria carichi di storia e archeologia mineraria, geologia, speleologia, biologia. «Per rintracciare questi sentieri ci siamo rifatti a carte ottocentesche del territorio, non ci siamo inventati nulla di nuovo - dice Pierluigi Carta, presidente dell’associazione Villaggio Normann, in prima linea nella riscoperta dei sentieri - abbiamo dovuto ripulirli dalla vegetazione e sistemarli per renderli di nuovo percorribili. Per fare questo abbiamo chiesto l’autorizzazione a Forestas, che gestisce il catasto dei sentieri, li abbiamo pre-accatastati e saranno inseriti nella Rete escursionistica sarda. C’è un tavolo tecnico tra Forestas e Cai, i sentieri sono tracciati secondo gli standard del Club Alpino Italiano e anche nell’installazione della cartellonistica stiamo seguendo gli stessi criteri». Il gruppo di volontari, tra cui residenti a Normann ma anche un cartografo, fotografi e artisti, hanno lavorato sodo per riaprire i vecchi sentieri. In questi giorni stanno sistemando i cartelli che ne identificano ciascuno e indicano la direzione da seguire. Sono centocinque cartelli, acquistati dall’associazione grazie al progetto “Custodi del Futuro” finanziato dalla Fondazione di Sardegna , Parco Geominerario e dal Comune di Gonnesa per valorizzare il villaggio minerario, frazione gonnesina. «C’è un patrimonio culturale che non sappiamo leggere - dice Carta - la riscoperta di questi sentieri, renderli di nuovo fruibili per le escursioni, è una presa di coscienza del grande patrimonio che abbiamo e che possiamo promuovere sotto l’aspetto naturalistico, oltre che storico».

Otto vie
I sentieri minerari ripristinati dai volontari sono otto: da Monteponi a Nebida con tappa intermedia a Monte Scorra, da Monte Agruxiau a Funtana Crobetta con tappa a Bindua, da Monte Scorra a Funtana Crobetta con tappa intermedia a Pozzo Baccarini, da San Giovanni Miniera a Gonnesa con tappa intermedia Laveria Vecchia, da Villaggio Normann a Gonnesa con tappa intermedia a Seddas Modditzis, da Funtana Crobetta a Gonnesa con tappa intermedia alla cantoniera 49 delle F.M.S., dal carreggio della Laveria Vecchia al passo Is Guardianus con tappa intermedia alle scuderie Normann e da Funtana Crobetta al villaggio Normann con tappa intermedia alle sorgenti e all’abbeveratoio. «Alcuni di questi sentieri li percorrevo da ragazzo, poi si sono utilizzati sempre meno fino ad essere completamente invasi dalla vegetazione, come anche la strada che collegava Normann a Gonnesa e che noi, dal villaggio, utilizzavamo per raggiungere Gonnesa - racconta Giampiero Puddu, 72 anni, uno dei volontari - ora li stiamo riportando alla luce, è un po' come riportare in vita una parte della nostra storia». Tra gli interventi, anche la pulizia di Funtana Crobetta: liberata da erbacce, rovi e sterpaglie varie ha finalmente riacquistato il suo aspetto originario, anche grazie all’intervento di un mezzo messo a disposizione dal Comune di Gonnesa. «I volontari di Normann sono un valore aggiunto della nostra comunità - dice il sindaco Pietro Cocco - la loro attività e l’impegno per la promozione dei villaggi minerari è lodevole e come amministrazione li supportiamo sotto ogni aspetto. Crediamo nel progetto dei sentieri all’interno della Rete escursionistica sarda, si sposa alla perfezione con il turismo sostenibile che muove un numero sempre maggiore di persone».

Antonella Pani

© Riproduzione riservata