I segreti di Lady Mercurio:massaggi hard e un amante
Nuovi particolari sulla vita di Maria Loddo, accusata di aver avvelenato il marito, Silvio Manca, in una stanza dell'ospedale Binaghi con un'iniezione di mercurio. La donna conduceva vite parallele e aveva avviato un'attività di massaggi hard ricercando i clienti tramite annunci sul giornale. Possibile movente, la voglia di farsi nuova vita. Senza il marito più anziano di lei di 18 anniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Lady Mercurio voleva rifarsi una vita e per questo avrebbe cercato di uccidere il marito. Sembra questa l’ipotesi più probabile all’origine del tentato omicidio del finanziare in pensione Silvio Manca. L’amante della donna ha un nome, Duilio Fadda, e anche lui la sera dell’avvelenamento si trovava nella stanza del Binaghi dove era ricoverato Manca.
Della relazione era informata anche la moglie di Fadda. Relazione particolare, visto che all’inizio la Loddo si sarebbe fatta passare per una milanese. Lui aveva anche denunciato la scomparsa di una ingente quantità di denaro dalla sua macchina, ma aveva ritirato la denuncia poco dopo, visto che la maggiore indiziata per il furto era la sua amante. La Loddo quindi aveva bisogno di denaro.
Sulla sua vita, e sulla vicenda, si aggiungono ogni giorno nuovi particolari. La donna conduceva una vita complessa, fatta di identità multiple e attività parallele. Si presentava come una tranquilla casalinga, ma nella sua abitazione sono stati ritrovate diverse carte di identità falsificate, usate probabilmente per altre attività. Prime fra tutte quella di massaggiatrice hard. La Loddo cercava i clienti con annunci sui giornali e poi li riceveva in un appartamento di Pitz’e Serra a Quartu Sant’Elena. In questo modo, nascondendosi sotto un falso nome, pensava di non venire scoperta. Ma davanti ai carabinieri ha ammesso la sua attività specificando solo: “Non si trattava di massaggi integrali”. Ieri, davanti all’interrogatorio di garanzia davanti al gip, la Loddo si è però avvalsa della facoltà di non rispondere.
Con la morte del marito, più grande di lei di 18 anni, probabilmente la donna pensava di dare una svolta alla sua vita. Adesso si indaga anche sulla posizione di Fadda. Anche lui si trovava in quella stanza di ospedale la sera in cui Manca è stato avvelenato. Furono le infermiere a mandarlo via, perché l’unica ad avere il permesso di rimanere per la notte era la moglie. E proprio la moglie secondo l’accusa, avrebbe iniettato il mercurio nella flebo del marito, uscendo poi dalla stanza per non destare sospetti e anzi costruirsi un alibi.