I metalmeccanici non si rassegnano al declino del sistema industriale e scendono ancora in piazza, con lo sciopero nazionale previsto per lunedì. «La mobilitazione», spiega il segretario regionale della Fiom Cgil Roberto Forresu, «ha proprio il senso di rilanciare il settore, cogliendo la sfida della transizione ecologica e digitale per costruire nuova e solida occupazione, nuovi posti di lavoro e nuove attività produttive».

In Sardegna le persone impiegate nel settore sono più di diecimila, pronte a chiedere – nello sciopero portato avanti da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil – un futuro con meno incertezze: «Chiediamo un cambio di rotta», aggiunge Forresu, «rispetto all’assenza di politica industriale che sta portando il sistema produttivo e occupazionale della Sardegna al collasso».

Tante le imprese coinvolte dalla mobilitazione, tra cui la Saipem in Ogliastra, la Beakaert a Macchiareddu, il centro ricerche del Crs4 a Pula e la Sider Alloys di Porto Vesme: una rappresentanza dei lavoratori si recherà a Cagliari, per un presidio davanti alla sede dell’assessorato regionale all’Industria e chiedere il rilancio del settore, a maggior ragione nella fase di transizione attuale. 
«Chiediamo», conclude il segretario Forresu, «interventi indispensabili a costruire, insieme ai lavoratori che ne sono l’asse portante, l’industria del domani, consapevoli che per tracciarne il profilo è urgente fare adesso le scelte giuste».

(Unioneonline/L.Ne.)

© Riproduzione riservata