Dalla Regione un provvedimento d’urgenza per risolvere i problemi di continuità assistenziale (le ex guardie mediche) che caratterizzano diverse zone del territorio sardo.

Si punta sulle Usca, le Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale nate in risposta alle necessità dettate dal Covid, cui verrà proposto di proseguire il servizio impegnandosi proprio nella continuità assistenziale nelle sedi «disagiate o disagiatissime» dell’Isola. 

Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Sanità Carlo Doria.

«Le professionalità mediche che hanno dato un fondamentale contributo all’assistenza sul territorio, durante la pandemia e anche successivamente alla conclusione dello stato d’emergenza, non saranno disperse», ha spiegato Doria, aggiungendo: «Abbiamo messo in campo un provvedimento d’urgenza che coinvolge tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione che consentirà di venire incontro ai territori con posti di continuità assistenziale non coperti, con l’individuazione di sedi disagiate e disagiatissime, e che, attraverso il potenziamento dei servizi, con l’introduzione, ad esempio, del teleconsulto, in raccordo con gli ospedali Dea di secondo livello, ci consentirà di incrementare la remunerazione del medico di guardia con una voce aggiuntiva, incentivando di fatto la copertura di quelle sedi in cui oggi risulta più difficile assegnare incarichi».

«L’incremento della remunerazione aggiuntiva – prosegue Doria – potrà essere eventualmente applicato anche nelle prestazioni eseguite al di fuori degli orari canonici di servizio effettuati su base volontaria dai sanitari di guardia medica nel rispetto del contratto di lavoro».

«Abbiamo già individuato i fondi, 2 milioni di euro, risorse disponibili per l’anno in corso e non spese al 31 dicembre», ha detto ancora l’assessore.

«Purtroppo – ha proseguito – dopo una prima disponibilità di tutti i capigruppo in Consiglio regionale per l’attivazione di una procedura legislativa d’urgenza che avrebbe consentito di dare un’immediata risposta sanitaria ai cittadini in questa fase emergenziale, abbiamo ricevuto l’indisponibilità delle forze di minoranza a percorrere questa strada. Questo ci costringerà a seguire la procedura ordinaria, con un fisiologico allungamento dei tempi che responsabilmente si sarebbe potuto evitare. Lo stesso fondo – precisa l’assessore – sarà utilizzabile per incentivare i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta nelle sedi disagiate e disagiatissime per le quali l’intesa sindacale era già stata trovata nei mesi scorsi. Nei prossimi giorni incontreremo anche i sindacati della continuità assistenziale per condividere la nuova proposta operativa e contrattuale».

«Quella che stiamo avanzando – dichiara l’esponente della Giunta – è una proposta concreta, in grado di rispondere alle attuali carenze della continuità assistenziale, che non può e non deve fare a meno dei medici. È necessario ribadire ancora una volta che l’introduzione in Sardegna della figura dell’infermiere di comunità, prevista dalla normativa nazionale, rafforza l’assistenza sul territorio dando alle famiglie un ulteriore punto di riferimento, ma – sottolinea l’assessore Doria, in riposta alla recente polemica politica – non è sostitutiva del medico. Non c’è alcuna intenzione o tentativo di sostituire i medici della continuità assistenziale nelle sedi carenti con infermieri. Qualsiasi posizione che pretenda il contrario è pura distorsione della realtà e non aiuta i cittadini».

(Unioneonline/l.f.)

© Riproduzione riservata